La paziente nigeriana di 42 anni ricoverata ad Ancona per un sospetto caso di Ebola è in realtà affetta da malaria. Lo confermano le analisi effettuate nell'Ospedale di Torrette seconda quanto rende noto la Direzione Sanitaria degli Ospedali Riuniti. Per escludere la presenza anche del virus di Ebola - evidenzia la Direzione Sanitaria degli Ospedali Riuniti - bisognerà comunque attendere i risultati delle analisi in corso di svolgimento allo Spallanzani di Roma. Gli accertamenti effettuati ad Ancona hanno evidenziato una infezione da plasmodio della malaria in corso, per la quale è stata iniziata la specifica terapia.
Aveva febbre alta, dolori muscolari, nausea e vomito e proveniva da un paese a rischio, la Nigeria. E' scattato così nelle Marche, per una donna nigeriana di 42 anni, con sintomi compatibili con l'esordio della malattia causata dal virus Ebola, l'attivazione del protocollo di allerta per la verifica di casi sospetti attivato dalla Regione.
La donna, che non ha figli, si era presentata questa mattina al pronto soccorso dell'ospedale di Civitanova Marche (Macerata), dove risiede da anni, e da qui trasferita nella Divisione di malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona, identificata come punto unico di ricovero regionale in casi di questo genere. La 42enne era partita per la Nigeria a fine agosto, per rivedere i parenti nelle città di Lagos e Benincity, ma anche per sottoporsi a un piccolo intervento chirurgico. Era tornata in Italia 6 giorni fa, quindi da meno di 21 giorni, periodo massimo di incubazione, motivo per cui è scattato il protocollo d'allerta. Lunedì aveva cominciato ad accusare i primi disturbi.