Ha ucciso a colpi di spranga un marocchino “colpevole” (secondo l’assassino) di avergli bruciato l’auto al culmine di contrasti che tra i due duravano da più di due anni. L’assassino è un albanese. La vittima caduta sull’uscio di casa, in via Case Bianche al civico 18, è l’immigrato di 36 anni, Alì Machkour, in possesso di regolare permesso di soggiorno, già noto alle forze dell’ordine per i sui trascorsi: lo scorso 5 febbraio per le azioni violente consumate ai danni di due donne polacche, madre e figlia con le quali conviveva ancora nonostante le violenze, era stato arrestato e condannato. Poco prima dell’alba di ieri intorno alle 4, la vittima aveva aperto l’uscio della modesta casetta in cui abitava all’immigrato albanese, Arben Doga, 53 anni, commerciante ambulante di rifiuti ferrosi, noto in città e nell’hinterland perché col suo autocarro girovagava alla ricerca di rottami di ferro. L’albanese poco prima del delitto, intorno alla mezzanotte di ieri, aveva subito l’incendio della sua vettura parcheggiata nel tratto della vecchia statale Sant’Antonino e Stretto II Fondaco Nuovo, dove abitava al civico 36. L’incendio dell’auto che apparteneva all’albanese che fino a poco tempo addietro aveva avuto una relazione con la figlia ventenne della convivente della vittima, sarebbe stato attribuito al marocchino. Il commerciante di rottami, armatosi di una sbarra e salito sul suo autocarro, avrebbe raggiunto la zona periferica di contrade Case Bianche, meglio conosciuta un tempo come “la strada del fiume”, perché conduce all’argine del torrente Patrì. L’albanese, una volta giunto davanti alla porta di quel tugurio di casa dove, ha bussato con vigore. Ad aprire la porta sarebbe stato lo stesso marocchino, uscito dall’uscio in mutande, forse impugnando un grande coltello da cucina. Dalle accuse ai fatti il passo è stato breve. L’albanese che impugnava una spranga di ferro l’avrebbe agitata colpendo ripetutamente in varie parti del corpo il marocchino. Le ripetute percosse sarebbero state indirizzate al capo, tanto che gli ultimi colpi sono stati inferti contro il collo tanto da procurare profondi squarci nelle zone vitali. La vittima si è infatti accasciata a terra sulla soglia di casa ansimante, così come lo hanno poi trovato i soccorritori del 118 giunti sul posto per primi, anche se hanno solo potuto constatarne l’avvenuto decesso. Nel frattempo l’albanese Arben Doga ha avuto il tempo di fuggire a bordo del suo autocarro e far perdere ogni traccia fino al tardo pomeriggio di ieri quando si è presentato volontariamente nella caserma dei carabinieri raccontando di aver agito per legittima difesa.
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