Il sindaco di Terme Vigliatore Bartolo Cipriano e l’ex maresciallo della Guardia di finanza di Barcellona Santi Pino, sono stati entrambi assolti dai giudici del Tribunale di Barcellona dal reato di “corruzione aggravata in concorso” nell’ambito di un processo scaturito da una costola dell’informativa “Tsunami”, la maxi inchiesta sullo scioglimento per mafia del Comune di Terme Vigliatore resa inoffensiva dalle rivelazioni del segreto istruttorio. L’assoluzione di Cipriano e Pino, chiesta dai rispettivi difensori avv. Giuseppe Lo Presti e Tommaso Calderone, è stata decisa dai giudici del Tribunale con la formula più ampia, “perché il fatto non sussiste”. Diversa era stata la valutazione del pubblico ministero Mirko Piloni che aveva chiesto per entrambi gli imputati a 4 anni di reclusione ciascuno. Per l’accusa il sindaco Cipriano, all’epoca capogruppo in consiglio della maggioranza, in cambio di informazioni coperte dal segreto delle indagini avrebbe offerto due posti di lavoro per i congiunti dell’ex Finanziere che prestava servizio alla sezione di polizia giudiziaria della Procura di Barcellona. In sostanza –così come contestato in origine nel capo d’imputazione - l’ex maresciallo Pino avrebbe rivelato a Cipriano nel corso dell’ispezione ministeriale che portò allo scioglimento per ingerenze della criminalità organizzata il Comune di Terme, salendo sulla sua auto, dell’esistenza di intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate in quel momento dai carabinieri”. I fatti si sarebbero verificati il 17 aprile del 2005 - mentre già erano in atto le intercettazioni che avrebbero documentato l’episodio - che l’utenza telefonica di Bartolo Cipriano era oggetto di intercettazione e che inoltre stessa attività di intercettazione ambientale era in corso sull’auto Citroen C3 in uso all’amministratore comunale. In cambio di queste informazioni riferite all’indagato, l’ex sottufficiale avrebbe accettato dall’allora consigliere Bartolo Cipriano, indicato come privato corruttore, la “promessa di utilità che non gli erano dovute” e in particolare l’interessamento dell’amministratore per l’assunzione del genero come informatore scientifico o dipendente di una farmacia, fatto per il quale il 6 maggio del 2005 si verificò un incontro in un ristorante di Naso tra i due indagati ed un dirigente farmaceutico. Altra promessa, sarebbe stato un incarico presso il Comune come tecnico informatico per il fidanzato di una seconda figlia, incarico effettivamente ricevuto nel 2005 e pagato con liquidazione incassata il 23 giugno del 2006. Le accuse tuttavia, non hanno però retto al dibattimento e nemmeno ad una perizia fonica ordinata dallo stesso Tribunale che sembrava dovesse invece “provare” l’esistenza della rivelazione.
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