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In tre mesi 2200 morti per immigrazione

 

I nuovi dati sulle traversate irregolari nel Mediterraneo, relativi al terzo trimestre del 2014, mostrano un allarmante aumento del numero di persone che muoiono durante il viaggio verso l'Europa. L'allarme è dell'Unhcr. Sia in termini assoluti che percentuali, i numeri sono sostanzialmente in aumento: in totale, tra il 1 luglio-30 settembre sono arrivate in Europa 90.000 persone e almeno 2.200 hanno perso la vita, mentre nel periodo 1 gennaio-30 giugno si contavano 75.000 arrivi e 800 decessi.
Quest'anno, sottolinea l'Unhcr, le persone che finora hanno compiuto la traversata in mare sono in tutto 165.000 rispetto alle 60.000 del 2013, dati che rendono il 2014 un anno record. Alla luce dei dati, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati rinnova il suo appello all' Europa affinché investa maggiori risorse per garantire il soccorso in mare nel Mediterraneo e intensifichi gli sforzi per fornire alternative legali a questi pericolosi viaggi. E' necessario, per l'Unhcr, che lo sforzo collettivo continui ad assicurare un forte impegno nel salvataggio di vite umane in mare e ad aumentare le alternative legali ai rifugiati in cerca di salvezza in Europa.
"Stiamo venendo meno all'insegnamento insito nei naufragi dello scorso ottobre e sempre più rifugiati continuano ad annegare nel tentativo di raggiungere la salvezza. I paesi dell'Ue devono lavorare insieme per continuare a portare avanti le vitali operazioni di soccorso in mare, compito che è stato in gran parte svolto dall'operazione Mare Nostrum in Italia, ma anche da navi mercantili" ha detto l'Alto Commissario Antonio Guterres.
Molti di coloro che compiono la traversata in mare non dispongono di alternative legali e sicure per raggiungere l'Europa, sottolinea l'Unhcr, ed è necessario trovare con urgenza tali soluzioni per proteggere le persone dal rischio di doversi affidare ai trafficanti. Queste potrebbero comprendere un aumento delle quote di reinsediamento e l'accesso ai visti per ragioni umanitarie per le persone in fuga da guerre e persecuzioni, ma anche politiche comuni di gestione delle frontiere tra l'Ue e i paesi del Nord Africa che non guardino soltanto la sicurezza delle frontiere, ma anche al rispetto dei diritti umani e dei rifugiati. L'Unhcr esorta i governi europei affinché facciano di più per facilitare i ricongiungimenti familiari. Inoltre, gli Stati potrebbero avviare schemi di sponsorizzazioni private e utilizzare programmi quali la concessione di visti per motivi di studio e di lavoro a vantaggio dei rifugiati. (ANSA).

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