I carabinieri hanno arrestato Antonino Caltagirone 32 anni, e il padre Vincenzo 72 anni, per l'omicidio di Concetta Conigliaro, la donna uccisa e bruciata nelle campagne di San Giusepep Jato (Palermo). Alcuni resti della vittima vennero trovati nel giugno scorso Per quell'omicidio era stato arrestato il marito Salvatore Maniscalco. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip Lorenzo Matassa, su richiesta dei pm Gialuca De Leo e Ilaria De Somma.
I carabinieri sono risaliti ad Antonino e Vincenzo Caltagirone grazie alle analisi dei tabulati telefonici. I contatti subito dopo il delitto erano sempre più fitti tra il marito e i due. L'analisi delle celle agganciate dai telefoni dei Caltagirone ha inoltre evidenziato, nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa, diversi passaggi nell'area dove poi sono stati trovati i resti. Nel corso delle perquisizioni i militari avevano trovato a casa dei due delle taniche uguali a quella trovate in contrada Giambascio, dove sono stati trovati i resti carbonizzati della donna. Anche il fusto metallico sarebbe stato recuperato dai due uomini arrestati. Tra i resti ossei della donna c'erano anche delle immagini sacre. Immagini simili sono state trovate in casa dei due uomini. Secondo i militari non le avrebbe messo il marito che è evangelico.
Salvatore Maniscalco, marito di Concetta Conigliaro, la donna uccisa e bruciata nelle campagne di San Cipirello, è cugino di Antonino e nipote di Vincenzo Caltagirone, accusati di essere complici nell'omicidio e di aver occultato il cadavere della vittima. I tre lavoravano insieme nella raccolta e smaltimento di rifiuti ferrosi. Determinante alla soluzione del caso, spiegano i carabinieri è stato l'apporto concreto e collaborativo della legale della vittima, Maria Grazia Messeri, che ha fornito un quadro dettagliato ed attendibile sul rapporto deteriorato tra i due coniugi e i vari incontri "pacificatori" che la Conigliaro avrebbe avuto con il marito anche alla presenza dello zio e del cugino.