Per la riforma del lavoro è il giorno della verità. Il premier Matteo Renzi si dice sicuro: «Non temo agguati». E stasera, parlando dal podio della conferenza di Milano sul lavoro insieme alla Merkel e Hollande, la sua misura più attesa dovrebbe passare il rubicone a Palazzo Madama. Il presidente del Consiglio è «convinto che sia naturale che tutti» nel partito «votino come sempre». Ma i mal di pancia nella minoranza restano. L’ex segretario Pier Luigi Bersani ritiene la fiducia una «forzatura» ma sostiene che comunque serve «responsabilità e lealtà». In mattinata fonti di Palazzo Chigi hanno sottolineato che il voto di oggi sulla fiducia al Jobs Act riguarda l’articolo 18. Contrariamente a quanto riportato da notizie di stampa, si fa notare chela delega attribuisce al governo il dovere di superare l’attuale sistema e il presidente del Consiglio ha indicato con chiarezza la direzione. Ma in Aula scoppia la bagarre e il presidente Grasso sospende i lavori. Intanto, La Fiom scende in piazza a Milano e minaccia dure proteste.