Lunedì 23 Dicembre 2024

Legge di stabilità, le Regioni si ribellano

Regioni sul piede di guerra sulla legge di stabilità appena varata dal Governo. "La manovra è insostenibile per le Regioni a meno di non incidere sulla spesa sanitaria". Così il presidente della conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino. Abbiamo dato intesa sul Patto per la Salute e il Fondo sanitario: il Patto viene così meno. Il Governo fa delle legittime e condivisibili manovre di politica economica ma usando risorse che sono di altri enti: l'elemento incrina un rapporto di lealtà istituzionale e di pari dignità".

UN INCONTRO REGIONI-GOVERNO - "Le regioni - aggiunge Chiamparino - chiedono un incontro urgente al Governo per affrontare una serie di temi e ricostituire un rapporto di leale collaborazione". Su Twitter arriva la replica del sottosegretario Graziano Delrio.

"Se dobbiamo fare un confronto serve poi avere la possibilità di monitorare i risultati". Così il presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino ai giornalisti che gli chiedevano un commento alle parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio. "Noi 15 giorni fa abbiamo messo in piedi un tavolo di confronto e una volta partito non abbiamo più visto né tavolo né sedie..", ha aggiunto Chiamparino.

REGIONI SUL PIEDE DI GUERRA - "C'è un tema di affidabilità istituzionale che si pone: con questa misura vengono meno due patti e quindi, da parte del Governo, non si è affidabili: lo ha detto il vicepresidente della conferenza delle Regioni e presidente della Campania, Stefano Caldoro. "E' come fare spesa con i soldi degli altri, è un problema di rapporti istituzionali e siamo pronti ad aprire un confronto con il governo", ha concluso.

"Valutando il testo, sembra ci siano 4 miliardi di tagli alle Regioni, 2 dei quali sono i nuovi fondi alla sanità datici a luglio di quest'anno con un accordo tra Governo e Regioni e che adesso sarebbero inopinatamente tagliati". Così il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, sulla legge di stabilità. "Non è che il Governo può prima fare un accordo - afferma Maroni - e poi togliere di mezzo questo accordo senza coinvolgere chi ha firmato". Secondo il presidente della Lombardia, "come conseguenza ci sarà non una riduzione delle tasse ma, temo, un aumento delle tasse da parte delle Regioni perché questi tagli, soprattutto nella sanità, sono insostenibili".

"Siamo chiamati a finanziare scelte politiche non nostre ma prese dal Governo, legittime, ma non richieste dall'Unione europea": lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. "Semplice - ha detto - abbassare le tasse con i soldi degli altri. Le Regioni sono chiamate ora a condividere il raggiungimento di obiettivi di finanza pubblica dettati dall'Ue, a finanziare scelte che non abbiamo preso noi ma il governo".

Netto anche il giudizio di Luca Zaia, presidente del Veneto: "Per le Regioni, quelle virtuose per prime, questa manovra passerà alla storia come la legge del massacro. Tagli insostenibili, che stiamo subendo sin dal 2011, ma che stavolta avranno pesantissime conseguenze, perché alla gente con una mano si dà ma con l'altra si toglie e le Regioni sono stremate". "A Pinocchio stavolta il naso si è allungato a dismisura - aggiunge - perché i tagli sono solo lineari, senza rispetto per le Regioni virtuose e i loro eroici cittadini. Lo scopriremo quando avranno la bontà di farci sapere quali sono le coperture della manovra, a cominciare da come tagliano l'Irap, cosa che chiedo da ben prima di Renzi, senza tagliare la sanità, scelta aberrante che finirà per ricadere proprio su imprese e cittadini che si vorrebbero agevolare"."Siamo pronti alla ribellione - conclude Zaia - in tutte le forme possibili purché legittime, ma sappiano i gabellieri di Roma che il Veneto non taglierà un euro del suo bilancio almeno, e men che meno toccherà la sua sanità di eccellenza finché non vedremo che altrove ne saranno stati tagliati 10 o 20. E allora non ci sarà bisogno d'altro".

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