L’operazione Vivaio, le infiltrazioni mafiose nella gestione delle discariche della zona tirrenica, Mazzarrà e Tripi. E una figura chiave, quella del “barone”, Michele Rotella. Il cui impero, in questi anni, è finito nel mirino della Procura e della direzione distrettuale Antimafia. Ed è dalle richieste del sostituto della Dda Giuseppe Verzera che trae origine il provvedimento della Sezione “Misure di prevenzione di pubblica sicurezza” del Tribunale di Messina, presieduta da Nunzio Trovato, che dispone la sorveglianza speciale per Michele Rotella, barcellonese di 74 anni, per tre anni, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di abituale dimora. Il decreto dispone anche – e soprattutto – la confisca di un lungo elenco di beni. L’impero di Rotella, appunto, nel solco di una linea, quella dell’aggressione al patrimonio della mafia, che da anni ormai è ritenuta la più efficace dalla Procura. Sottochiave finiscono: un terreno nel comune di Basicò, in contrada Santa Maria; vari immobili in contrada San Filippo a Furnari (tra terreni, abitazioni, botteghe, fabbricati); immobili in via Benedettina Inferiore a Terme Vigliatore (tra cui negozi e botteghe). E poi ancora diverse auto (una Jaguar, un’Alfa Romeo, una Fiat Bravo, una Mercedes, due Daimlerchrysler) e vari mezzi (semirimorchi, trattori, autocarri, caterpillar, pale meccaniche, escavatori). Nel decreto c’è “spazio” anche per beni di Angela Pillera, la moglie di Rotella (un terreno a Terme Vigliatore) e del figlio Angelo (parte di un vigneto a Barcellona). Il Tribunale dispone anche la confisca di diversi beni societari: quote della Ca.Rot. srl, con tanto di complesso aziendale a Barcellona e immobili a Villafranca (oltre a un vigneto a Furnari); quote societarie della Agp Aziende generali Puglisi ; quote societarie della Azienda agricola Pillera di Angela Pillera e C. Sas; e ancora quote societarie della “Azzurra” di Rotella Angelo & C. Sas; l’impresa di costruzioni Rotella Michele, la cui sede legale è a Roma (ci sono anche unità immobiliari, magazzini e fabbricati). Disposta, infine, la confisca di conti correnti, libretti a deposito, titoli, polizze. Dissequestrate, invece, le quote societarie di proprietà di Giacomo Lucia della “Agp Aziende generali Puglisi” e di Francesca e Viviana Lucia della “Azzurra”.
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