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Sterilizzazione di massa
morte 11 donne

Potrebbero essere stati gli strumenti chirurgici infetti a provocare la morte di almeno undici donne dopo una campagna di sterilizzazione di massa in un villaggio del Chhattisgarh, nell'India orientale. Altre 50 pazienti sono ricoverate in gravi condizioni per infezioni addominali. Le vittime, di età compresa tra i 20 e i 30 anni, si erano sottoposte volontariamente insieme a decine di altre donne a un'operazione per la chiusura delle tube, un drastico ma diffuso metodo di contraccezione in India che viene praticato in "campi sanitari" governativi della durata di un giorno, di solito nelle aree più povere e arretrate. Dopo l'incidente, le autorità hanno sospeso quattro medici del team governativo e sporto denuncia alla polizia. La tragedia ha destato scalpore anche a livello nazionale e ha sollevato molte critiche su queste campagne di prevenzione delle nascite attuate da anni in diversi Stati, sebbene non siano obbligatorie. Il premier Narendra Modi, leader della destra, che si trova in Malaysia per un summit asiatico, ha chiesto di fare luce sulla vicenda e di capire le cause dei decessi avvenuti circa 24 ore dopo l'intervento effettuato con laparoscopia. Gli interventi sono stati condotti sabato scorso in una clinica privata nel distretto di Bilaspur, dove era stato allestito un presidio sanitario governativo. In appena cinque ore sono state sottoposte a tubectomia ben 83 donne giunte da diversi villaggi del circondario. Un vero e proprio tour de force, che secondo i media indiani sarebbe avvenuto in un ambiente non adeguato e senza standard minimi di igiene. "Sono state sterilizzate in una sala operatoria - scrive il quotidiano The Hindustan Times - che non era completamente funzionante. Non era usata da quattro mesi". I programmi di sterilizzazione, che consistono nella vasectomia (per gli uomini) e nella tubectomia, sono una pratica comune da decenni in diversi Stati indiani e avvengono tra ottobre e febbraio. Come incentivo ogni donna che viene sterilizzata riceve 1.400 rupie (circa 18 euro), mentre l'operatore sanitario che l'accompagna guadagna 200 rupie (2,5 euro circa). I media indiani sottolineano che i decessi sono avvenuti nel collegio elettorale del ministro della Sanità del Chhattisgarh, Amar Agrawal, appartenente al partito indù nazionalista del Bharatiya Janata Party (Bjp), al potere a New Delhi. Alcuni esponenti dei partiti dell'opposizione hanno subito colto la palla al balzo e chiesto le dimissioni del politico e anche la revoca delle campagne di sterilizzazione delle donne basate sul raggiungimento di 'target', ovvero di un numero minimo di operazioni al giorno. Il Congresso ha inscenato una protesta contro il governo di destra del Chhattisgarh. Secondo dati ufficiali, nel 2013-2014 sono state effettuate 4 milioni di sterilizzazioni, la stragrande maggioranza sulle donne, che come sempre sono quelle più deboli all'interno della famiglia. In diverse occasioni gli interventi sono stati fatali per la paziente. Tra il 2003 e il 2012, ben 1434 donne sono morte dopo aver subito l'operazione in base a una statistica del governo. Con un 1 miliardo e 200 milioni di abitanti l'India è il secondo paese più popoloso del mondo, ma si stima che tra 15 anni supererà anche la Cina, che dopo decenni di politica del figlio unico sta per invertire il trend di crescita demografica.

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