Allarme giustizia in un territorio “marchiato” dalla mafia. Il tribunale di Barcellona rischia il collasso per la mancanza di magistrati da impiegare nel settore penale e civile, oltre che per la carenza di personale amministrativo. A rischio “desertificazione”anche la Procura in quanto sono già diventati tutti definitivi i trasferimenti dei magistrati attualmente in servizio e, anche considerando il probabile posticipato possesso, potranno restare al lavoro al massimo fino a luglio 2015. A schierarsi accanto al presidente del Tribunale, Michele Galluccio, che ha già informato dello stato di crisi il Csm e il presidente della Corte d’Appello di Messina, il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Barcellona presieduto dall'avv. Francesco Russo che ha deliberato un atto con il quale si dichiara «lo stato di agitazione» dell’avvocatura e si «sollecita chi di competenza ad adottare ogni opportuno provvedimento urgente per evitare che il territorio del circondario del Tribunale, faticosamente liberato dalla morsa della criminalità, ridiventi terra di conquista di associazioni mafiose e bande di delinquenti comuni, a discapito di una pronta risposta alla sempre più crescente domanda di legalità e giustizia avanzata dalla cittadinanza». Gli avvocati, ancora una volta, hanno usato parole dure. L’atto è stato inviato anche al presidente della Repubblica e al ministro della Giustizia con l’au - spicio che si eviti «il ripetersi di imbarazzanti situazioni di stallo e di denegata giustizia», e per questo «venga con urgenza disposta la copertura dei posti vacanti o in fase di vacanza» di magistrati con l’approvazione «dell’aumento della pianta organica dei magistrati - almeno altri sei giudicanti e due inquirenti - e del personale amministrativo di tutti gli uffici del circondario del Tribunale di Barcellona, in maniera da consentire un adeguato riscontro alle legittime aspettative dei cittadini, con potenziamento di personale e mezzi, per non vanificare gli sforzi di quanti fino ad oggi, con abnegazione ed impegno, si sono adoperati per evitare, nel disinteresse delle istituzioni nazionali, una resa totale ed incondizionata al malaffare e alla criminalità». Gli avvocati, nel riservarsi «ogni altra forte iniziativa di protesta», chiedono «espressamente, una convocazione urgente, congiunta, con la magistratura giudicante ed inquirente del circondario, alla presenza del ministro della Giustizia e del vicepresidente del Csm, per adottare o programmare tutte le improcrastinabili iniziative» volt «a evitare la situazione di default che si prospetta». Nel frattempo, l’avvocatura chiede «un consistente aumento delle risorse finanziarie» e propone che la sede del Tribunale di Barcellona «venga qualificata come sede disagiata con conseguente riconoscimento, a tutto il personale, di incentivi di natura economico-amministrativa se non altro per il consistente carico di lavoro di cui lo stesso risulta gravato»