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Omicidio Sicilia
le due versioni

Versioni completamente diverse quelle al vaglio dei carabinieri e degli uomini della squadra mobile coordinati dal sostituto procuratore di Cosenza,  Giuseppe Cozzolino,  impegnati a ricostruire l’esatta dinamica dell’omicidio di Stanislao Sicilia il 29enne di Montalto  Uffugo, freddato con sette colpi di pistola nella piazza di Vacarizzo a pochi metri dalla sua abitazione da Carmine Cristini, 31 anni, conosciuto negli ambienti della criminalità cosentina con il soprannome de ‘Il professore’  con un passato da aspirante boss nella cosca Romeo Calvano di San Lucido, poi di  collaboratore di giustizia, infine espulso dal programma di protezione per una rapina. Su come siano andate le cose la notte del 2 dicembre scorso ci sono molte discordanze. Di certo tra i due c’era un vecchio conto in sospeso. Cristini aveva accusato Sicilia di far parte della criminalità organizzata, ma il giovane era stato puntualmente assolto.  Secondo Cristini, che si è consegnato agli uomini della mobile confessando l’omicidio,  si sarebbe trattato di legittima difesa. L’ex collaboratore di giustizia che girava armato e con giubbotto antiproiettile per paura di ritorsioni,  sarebbe stato seguito e bloccato a Vaccarizzo  da Sicilia e altre persone non identificate, uno con il volto travisato e un fucile a canne mozze sceso da una Fiat Punto grigia. Poi uno dei presunti componenti il commando gli avrebbe sparato con una pistola a tamburo. A questo punto  l’ex pentito avrebbe impugnato la sua Beretta calibro 9, esplodendo numerosi colpi, centrando in pieno Stanislao Sicilia. Gli altri si sarebbero allontanati a piedi e con la punto grigia facendo perdere le proprie tracce. Completamente diversa la versione del fratello e della sorella della vittima che avrebbero visto la smart di Stanislao ferma davanti casa verso l’una di notte, poi subito dopo l’avrebbero sentita ripartire a razzo, una manciata di minuti e i colpi di pistola. Arrivati in piazza hanno visto la LanciaY nera di Cristini, che avrebbero riconosciuto senza indugio, allontanarsi di corsa, poco più avanti l’auto del fratello con il vetro in frantumi e lui riverso a terra in un lago di sangue. A fugare ogni dubbio saranno gli accertamenti balistici. Se è vero che è stato sparato un colpo contro Cristini gli uomini della scientifica avrebbero dovuto ritrovare il bossolo e in ogni caso saranno di aiuto anche le immagini delle telecamere di sorveglianza. Al momento la versione dell’assassino non convince. 

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