
La storia delle mazzette pagate dall’Aias di Barcellona, l’Ente di assistenza spastici che per decenni fu il calderone dei misteri e che secondo il pentito Carmelo D’Amico «fa parte dell’associazione mafiosa barcellonese», registra una nuova sentenza per uno dei tanti processi che sono stati aperti in questi ultimi anni.
La sentenza È di ieri pomeriggio infatti la sentenza di condanna della prima sezione penale a 4 anni di reclusione per l’ex assessore regionale alla Sanità Sebastiano Sanzarello, originario di Mistretta, nonché ex eurodeputato del Ppe, ex senatore prima per Fi e poi per l’Udc. Con la modifica parziale del reato originario però, perché secondo i giudici in questa vicenda invece che l’originaria accusa di concussione sussiste a carico di Sanzarello il reato di “Induzione indebita a dare o promettere utilità”, alla luce della recente riforma. I giudici hanno anche deciso a suo carico l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. Le altre due condanne inflitte: 3 anni di reclusione al funzionario regionale Oreste Casimo (con interdizione dai pubblici uffici per 4 anni), poi un anno e 6 mesi (pena sospesa) per l’ex presidente dell’Aias, il commercialista barcellonese Luigi La Rosa (foto a destra), che all’epoca si autodenunciò raccontando tutto.
Le richieste dell’accusa Un po’ più severe le condanne che aveva invocato la Procura, ieri c’era il pm Antonella Fradà, che aveva richiesto 5 anni di reclusione per l’ex parlamentare Sanzarello, 4 anni per Casimo e 2 anni per La Rosa. Ieri dopo le richieste dell’accusa si sono registrate le arringhe difensive degli avvocati Nino Favazzo, Antonio Amata e Sebastiano Fazio, che sono andate avanti per alcune ore. Poi è stata sentenza di primo grado
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