Un patrimonio immenso di beni che messi tutti insieme valgono circa 200 milioni di euro ma tanti, troppi, immobili sottostimati o abbandonati. È la “fotografia” i m p i e t osa, e per altro abbastanza nota, della situazione del Comune di Taormina che ha tanti gioielli ma non riesce a farli fruttare. Alcuni edifici sono in disuso, altri potrebbero essere affittati ma restano da tempo immemore chiusi ed altri, quei pochi che sono in affitto hanno un canone di locazione inadeguato o persino scaduto. «In riferimento ai beni patrimoniali comunali - si legge nella relazione annuale di Palazzo dei Giurati nella parte redatta dall’assessore al Patrimonio Antonio Lo Monaco - vi sono contratti di locazione scaduti, inoltre sono in itinere sfratti per morosità e sfratti per occupazioni senza titolo, nonostante i solleciti e gli inviti a rilasciare locali comunali occupati senza titolo, nonché a pagare le morosità per canoni di locazione scaduti da tempo con possibilità di potere rateizzare le stesse, come stabilito dal regolamento approvato dal Consiglio. Ad oggi - sempre secondo la casa municipale - continua a persistere un grave stato di insolvenza da parte degli affittuari di immobili comunali con o senza contratto». «Paradossalmente - secondo la Giunta - molti immobili siti in corso Umberto, nel centro di Taormina, sono classificati con delle categorie catastali “A4” di tipo case popolari con rendite, incredibile a dirsi, da case popolari». Una situazione anomala, questa, considerato che ad esempio un’abitazione popolare nella periferia di Taormina ha una rendita catastale uguale a quella ubicata nel centro storico. Altra osservazione riguarda i numerosi cosiddetti “C2”, classificati magazzini e locali di deposito, fienili non agricoli, soffitte e cantine disgiunte dalle abitazioni con rendite pari a 5,30 euro al mq, ubicati sul corso Umberto. I Comuni possono richiedere in questi casi all’Agenzia delle Entrate la revisione parziale del “classamento” delle unità immobiliari urbane di proprietà privata, ubicate nelle microzone comunali caratterizzate da un anomalo scostamento fra il valore medio di mercato e il valore medio catastale degli immobili». Quello che è certo è che, oltre l’analisi, questa riflessione deve ora portare a porre le basi per una svolta concreta in un contesto nel quale Taormina dispone di numerosi beni ma da questi incassa poco o nulla. È, in poche parole, una situazione, quella attuale, che si trascina da parecchi anni e che poi, per forza di cose, va a penalizzare le condizioni del bilancio comunale, alle prese ancora adesso con lo spettro del dissesto. E così mentre il Comune fa praticamente fatica ad arrivare... a fine mese i suoi “gioielli” vengono goduti da terzi a prezzi davvero irrisori. Una situazione che si spera, presto avrà fine.