Non era mai successo negli Stati Uniti: per la prima volta un giudice americano ha ammesso che un ragazzino nero di 14 anni finito nel 1944 sulla sedia elettrica nel profondo Sud non doveva essere messo a morte. Sono passati 70 anni, ed e' stata fatta giustizia. George Stinney jr, un ragazzino di colore, era andato al patibolo in South Carolina per il duplice omicidio di due bambine trovate morte con il cranio schiacciato: il più giovane condannato a morte negli Stati Uniti in tutto il ventesimo secolo, e oggi si scopre, nelle parole del giudice Carmen Mullen che "lo stato della South Carolina compi' una gran ingiustizia" quando lo mise a morte a meno di due mesi dalla condanna e a sole 12 settimane dell'arresto, al termine di un "processo ingiusto" durante il quale fu impossibile stabilire con certezza colpevolezza o innocenza. Non era mai successo in America, dove uno stillicidio di casi di detenuti scarcerati per non aver commesso il fatto hanno incrinato la fiducia in una giustizia veramente equa. La pena di morte e' la condanna più' estrema e irreversibile: il dubbio che innocenti possano essere stati uccisi torna alla ribalta ogni volta che, grazie alla prova del Dna o a una confessione tardiva, un detenuto viene messo in liberta' dopo anni di "death row". In South Carolina nella primavera 1944 Mary Emma Thames e Betty June Binnicker, rispettivamente di 7 e 11 anni, furono uccise a colpi di spranga. Stinney fu arrestato dopo che alcuni testimoni avevano riferito di averlo visto raccogliere fiori insieme alle due vittime. Il ragazzo confesso' sotto pressione. Fu condannato in fretta e furia da una giuria di soli bianchi. "Si è sollevata una nuvola", ha detto oggi la sorella minore, Katherine Robinson, oggi ottantenne, che per anni si e' battuta per far riaprire il caso. La storia di Stinney torna alla ribalta in giorni in cui negli Usa la pena di morte scricchiola: oggi all'Onu, nel voto sulla moratoria della pena capitale, la delegata americana si è distratta dimenticandosi di premere il pulsante del "no" ed è stata ripresa in extremis. Il 2014 negli Usa passerà alla storia come uno dei più macabri sul fronte delle esecuzioni, con una serie di "horror story" in cui condannati hanno agonizzato boccheggianti sul lettino dell'iniezione letale, e tuttavia, stando ai numeri pubblicati oggi dal Death Penalty Information Center la tendenza anche qui e' di un boia in ritirata: le 35 esecuzioni condotte dall'inizio dell'anno in solo sette stati (e per l'80 per cento in Florida, Missourui e Texas) sono il 10 per cento in meno rispetto al 2013 e un grosso balzo indietro rispetto al massimo di 98 nel 1999.
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