Dopo quaranta ore in balìa delle onde altissime, del fumo e delle fiamme che hanno avvolto il traghetto “Norman Atlantic” in viaggio dalla Grecia all’Italia, le certezze riguardano i naufraghi tratti in salvo (427), il numero degli italiani che stanno bene (44, di cui 22 passeggeri) e quello delle vittime accertate: 10. Resta il giallo se la nave trasportasse altre persone che non risultano nella lista dei passeggeri. Già ieri mattina due clandestini afghani erano tra i 49 naufraghi giunti al porto di Bari su un mercantile. Per questo, quando l’autorevole settimanale greco “To Vima”ha diffuso –il bilancio ufficiale era, in quel momento, di 8 vittime –il numero di 38 dispersi, il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha precisato che «azzardare previsioni è assolutamente prematuro». Sulla lista d’imbarco i passeggeri erano 478, ma alcune delle persone salvate non figuravano su quella lista. Dunque il «porto d’imbarco dovrà verificare la corrispondenza delle liste» anche perché il traghetto ha effettuato uno scalo: alcuni passeggeri potrebbero essere scesi. La ministra della Difesa Roberta Pinotti assicura: «Seguiteremo a scandagliare il mare». Ore d’angoscia per i familiari di Giuseppe Mancuso, 57 anni, autotrasportatore messinese di Rocca di Capri Leone, tra i passeggeri del “Norman Atlantic”. Di fatto è «disperso». Il comandante Argilio Giacomazzi, 62 anni, spezzino, che è stato l’ultimo a lasciare la nave – il pensiero non può che andare al naufragio della Costa Concordia... –, è indagato assieme all’armatore Carlo Visentini. I magistrati ipotizzano il «naufragio colposo». Anche una testimonianza choc: «Alcuni uomini – ha raccontato una cantante lirica greca che era a bordo –picchiavano le donne per mettersi prima in salvo»
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