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La neve accoglie la San Giorgio, gli 11 morti e i 200 naufraghi

L'Odissea è finita sotto la neve di Brindisi. Con l'abbraccio più bello della loro vita. Sono 212 i naufraghi del traghetto Norman Atlantic arrivati in serata al porto di Brindisi, a bordo della nave San Giorgio della Marina militare con cui sono state portate in Italia anche cinque salme. Cinque delle 11 vittime finora accertate del disastro. Dopo un'angosciante attesa, i parenti hanno potuto incontrare e riabbracciare le persone di cui avevano perso, dopo i primi complicati contatti telefonici, notizie da oltre tre giorni. I primi naufraghi scesi dalla nave San Giorgio erano stremati da un viaggio che sembrava non finire mai, ostacolato nella parte finale anche dal mare grosso e dal forte vento che ha allungato la navigazione fino al porto di Brindisi. "Per 24 ore nessuno ci ha portato neanche una bottiglia d'acqua", avvolto nella coperta, un uomo greco ha espresso tutta la sua rabbia ai giornalisti. Come lui tanti altri hanno lamentato i ritardi nei soccorsi e il caos a bordo della nave. Durante le ultime ore sulla San Giorgio, oggi, sono saliti, portati da un elicottero, anche alcuni investigatori che hanno raccolto le prime testimonianze. Al termine delle operazioni di sbarco il comandante della Norman Atlantic, Argillo Giacomazzi e i 22 componenti dell'equipaggio saranno trasferiti a Bari per essere interrogati dagli inquirenti che conducono le indagini sul disastro avvenuto domenica mattina alle 4.30, davanti alle coste albanesi. Per tutta la giornata, la città di Brindisi ha atteso l'arrivo della nave della Marina Militare partita dal luogo della tragedia solo nel primo pomeriggio. Una trentina di naufraghi, fra coloro che erano stati condotti in Puglia in elicottero nelle fasi iniziali del salvataggio, avevano trovato conforto in un albergo della città. Nel corso della notte lo stesso albergo, che si affaccia sul porto interno di Brindisi, si è affollato anche da buona parte dei passeggeri giunti questa sera a destinazione. Ai giornalisti hanno raccontato tutta la loro disperazione per un evento drammatico che sicuramente cambierà la loro vita: "Quella nave - ha detto una donna greca - non era assolutamente adeguata al trasporto di passeggeri. E poi l'allarme è stato dato in netto ritardo, solo quando le fiamme avevano già raggiunto il bar. A bordo era il caos". Nella tragedia però, si è vista anche una luce, quella negli occhi di Maria, una ragazzina dodicenne greca che per ore ha atteso di riabbracciare la madre: "Io - ha raccontato in un inglese impeccabile - sono stata fra le prime a essere messa in salvo. Sicuramente non prenderò mai più una nave ma ora quello che voglio è solo riabbracciare mia madre e dirle che le voglio bene". Quella di Maria è solo una delle storie del disastro del Norman Atlantic che, finalmente stasera, si è chiuso per 212 persone. Loro non potranno mai più dimenticare quello che è successo nel mare, in una gelida domenica mattina di dicembre. Ma almeno adesso hanno ritrovato l'abbraccio dei loro cari, ripreso dalle telecamere di tutto il mondo e immortalato dai flash dei fotografi che per tutta la sera hanno illuminato il terminal del porto di Brindisi. Fuori c'era la neve, negli occhi dei naufraghi la stanchezza, ma finalmente anche, dopo la disperazione e la rabbia, un lungo sospiro di sollievo per la fine della loro odissea. (ANSA).

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