La procura di Arezzo ha aperto un fascicolo sulla morte del piccolo Adam, due anni, deceduto dopo il suo arrivo all'ospedale di Arezzo la notte scorsa dopo essersi sentito male, questa l'ipotesi, per le esalazioni di monossido di carbonio sprigionate da una stufetta trovata accesa nel retro del furgone adibito alla vendita ambulante di panini e bibite dei suoi genitori dove il bimbo stava dormendo. Sotto attenzione sono comunque finiti anche i motori di alimentazione, all'esterno del furgone, usati per dare energia elettrica ai frigoriferi e ai forni del mezzo. A dare l'allarme è stata la madre del bambino: intorno alla mezzanotte, al momento della chiusura del banco ambulante sul quale stava lavorando col marito, alla periferia di Arezzo, si è accorta che il piccolo stava male e ha chiamato il 118. In attesa dell'arrivo dei soccorritori, guidata dagli operatori della centrale di emergenza, la donna ha anche cercato di rianimare il figlio poi trasferito in ospedale: i disperati tentativi di salvarlo da parte dei medici si sono rivelati però inutili. Sul posto dove era parcheggiato il furgone sono intervenuti anche i vigili del fuoco, che hanno rinvenuto all'interno del mezzo la stufetta accesa per riscaldare l'ambiente data la temperatura rigida della notte, e la polizia. Gli accertamenti di pompieri e agenti sono andati poi avanti per tutta la notte. Molta attenzione è stata posta, non solo all'interno del furgone, ma anche all'esterno dove si trovavano i motori di alimentazione, utilizzati per la grande quantità di energia necessaria a frigoriferi e forni del veicolo. Non è escluso che sulla salma del piccolo venga disposta l'autopsia.