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Due funerali
per salutare Pino

L’onda d’urto emotiva causata dalla morte di Pino Daniele lascia anche il giorno della camera ardente una scia di polemiche che la famiglia del cantautore, evidentemente divisa, si sforza solo parzialmente di rimettere insieme come le tessere di un difficile mosaico. E ogni incertezza di un gruppo familiare particolarmente composito – due ex mogli, una compagna, cinque figli, cinque tra fratelli e sorelle, diversi nipoti – s e mbra aggiungere incertezza all’addio al cantautore, che si annuncia lungo e complesso. Intanto viene alla luce l’esistenza di un testamento nel quale Pino Daniele avrebbe espresso la precisa volontà di essere cremato e che forse porterà qualche certezza, ma sarà anche ulteriore motivo di frizione in una famiglia dalle molte anime. Così per lui che amava la riservatezza ci saranno addirittura due funerali pubblici, uno a Roma e uno a Napoli (il primo alle 12 nel santuario del Divino Amore, il secondo alle 19 nella Basilica Reale San Francesco di Paola in Piazza del Plebiscito), mentre rimane ancora oscuro il luogo in cui troveranno alla fine riposo le sue ceneri: forse la Toscana (come era stato detto in un primo momento), forse Roma, forse Napoli. Intanto la giornata di ieri si è aperta in modo sgradevole con la notizia che nella camera ardente sarebbe stata violata la privacy e anche il buon gusto: «Qualcuno ha fatto una foto alla salma e l’ha messa su internet», ha riferito Enzo Gragnaniello, comunicando lo sconcerto dei familiari. «È una cosa bruttissima - dice - una mancanza di rispetto. Rappresenta un sacrilegio per chiunque cattolico ». Ma non sono solo i parenti ad essere infastiditi, anche i fan assiepati davanti alla camera ardente si sono lasciati andare alle proteste perché ad un certo punto i cancelli sono stati chiusi a loro ma non ad alcuni vip, e di conseguenza sono stati poi brevemente riaperti. I fan hanno contestato Massimo D’Alema, che era diretto alla camera ardente del cantautore. «Vergogna. Perché entri tu e non noi?» gli ha urlato qualcuno. Tanto che l’ex presidente del Consiglio ha rinunciato a entrare: «Sono venuto qui – ha detto – p e rché sono amico di Pino Daniele, ma non ho voluto entrare per non creare confusione, mi sono fermato». In questo stato confusionale in cui si è svolta la giornata la famiglia ha tentato almeno di fare chiarezza sui tanti punti interrogativi lasciati sui fatti delle ultime ore di vita di Pino Daniele. E questa volta la famiglia «intera » è intervenuta, con un comunicato, per spiegare che il cantante «dopo il malore che lo ha colto nella sua casa in Toscana domenica sera ha espresso decisa volontà di essere portato a Roma all’ospedale Sant’Eugenio per essere soccorso dall’équipe di medici da cui era in cura da anni e quindi di sua fiducia ». Intanto il tabulato delle chiamate al 118 di Grosseto fatte domenica sera, quando Pino Daniele si è sentito male nella sua casa in Maremma, è stato acquisito dai carabinieri di Orbetello e, da quanto emerso dai controlli effettuati anche sui tempi di spostamento dell’ambulanza non risultano anomalie nella ricostruzione degli orari d’i ntervento dei soccorritori fatta dalla Asl: dunque non ci sarebbero stati ritardi nell’i ntervento richiesto ma poi comunque rifiutato, nel momento in cui il cantante aveva deciso di raggiungere Roma. Ancora dalla famiglia viene invece smentito «categoricamente che l’automobile che lo trasportava a Roma abbia forato una gomma lungo il tragitto, rallentando la corsa verso l’ospedale», come era stato riferito da un amico del cantante e rilanciato da tutte le fonti. La famiglia ha affermato poi «l’esistenza di un testamento nel quale l’artista esprime la precisa volontà di essere cremato». In quella stessa nota unitaria si afferma «che la città di Napoli (come auspicato dal sindaco Luigi de Magistris) ospiterà nei prossimi giorni le ceneri dell’artista nel suo luogo simbolo, il Maschio Angioino, per ricevere l’ultimo abbraccio dei suoi concittadini». Si era diffusa nel primo pomeriggio una voce sul tentativo di realizzare un secondo funerale nel pomeriggio a Napoli, nella chiesa di santa Chiara, tentativo che in un primo momento sarebbe stato ritenuto impraticabile. poi la nipote Loredana Daniele ha spiegato che quel secondo funerale effettivamente si farà e, quasi a suggello di una frattura familiare, il fratello Carmine e le sorelle Rosanna e Patrizia non andranno a Roma al funerale voluto dalle figlie. Per quanto riguarda gli altri due fratelli di Pino Daniele, Nello e Salvatore, la nipote ha detto che decideranno nelle prossime ore su una eventuale presenza a Roma.

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