Lunedì 18 Novembre 2024

Il fondamentalismo
della porta accanto

 

Chi, nei Palazzi che contano, si dice “scioccato” per il massacro di Parigi è meglio che cambi mestiere, perchè  il salto di qualità del terrorismo islamico era già stato ampiamente annunciato da molti analisti, sia per ciò che riguarda i metodi e sia in relazione agli obiettivi. Una rivoluzione, insomma, delle strategie e delle tattiche per metterle in pratica. Negli ultimi anni l’universo musulmano è stato scosso da rivolgimenti con i quali Europa e America non si sono sapute confrontare. In alcune occasioni, come nel caso delle varie “Primavere arabe”, si è addirittura giocato sporco, mascherando, dietro il paravento della “esportazione della democrazia”, luridi interessi di bottega. Nel cavalcare l’onda lunga delle sacrosante rivendicazioni sociali in Nord Africa e nel Medio Oriente, alcuni Paesi occidentali hanno sconvolto secolari equilibri per soddisfare il proprio tornaconto. Questa riflessione è indispensabile per comprendere alcuni punti fondamentali del discorso: 1) Non esiste una “questione islamica” in quanto tale, perchè, semplicemente, non esiste un solo Islam; 2) Indossare gli occhiali della cultura occidentale e pretendere di capire, sempre e comunque, ciò che vuole il mondo musulmano è un’operazione di sciocca protervia; 3) Si è passati dal terrorismo “organizzato” a quello “della porta accanto”, dove fondamentalisti “in sonno” o semplici “lupi solitari”, esaltati e indottrinati, possono colpire in qualsiasi momento; 4) C’è il rischio che il terrorismo islamico si fonda con il conflitto sociale, dando vita, per usare un francesismo, al “terrorismo delle banlieues”, in cui l’odio religioso si mischia a quello politico, creando una miscela esplosiva incontrollabile; 5) Nessuno può più sentirsi al sicuro, manco nel proprio letto, perchè c’è un jihadismo alimentato da volontari occidentali che tornano a casa dopo aver combattuto in Siria e Irak; 6) Il terrorismo islamico colpisce i Paesi più odiati (come la Francia) o quelli dove i controlli sono più deboli; 7) La competizione tra le filiali storiche di al Qaida e il nuovo fondamentalismo del “Califfo” al-Baghdadi può innescare una corsa a forme spettacolari di terrorismo, tese ad affermare la supremazia di un movimento sull’altro; 8) La guerra civile in Siria e la stupidità dell’Occidente hanno offerto ai ribelli fondamentalisti anti-Assad la possibilità di rifornirsi di armi di ultima generazione. Tra cui, probabilmente, missili terra-aria a ricerca di calore, in grado di abbattere un aereo civile di linea. Ergo: ormai ci siamo dentro fino al collo, anche per colpa dell’imbecillità di qualche leader. Inutile, a questo punto, gettare dalla finestra soldi per cannoni e bombardieri; ci vogliono, invece, più computer e strutture di “intelligence”. E una buona dose di fortuna. Chiaro?

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