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Strage di Parigi, i due killer
barricati in casa

Si sono barricati in una casa a 70 km da Parigi i due fratelli franco-algerini ricercati per la strage nella redazione parigina di Charlie Hebdo, dopo una concitata caccia all'uomo durata 24 ore fra la capitale e la Piccardia. "Un'operazione è in corso" a Crepy-le-Valoise, ha confermato la prefettura dell'Oise, in una situazione che appare ancora confusa. I due principali sospettati, i fratelli di origine algerina nati in Francia Said e Cherif Kouachi, di 32 e 34 anni, entrambi reduci dalla "Jihad" in Siria, sono stati segnalati stamani da un benzinaio vicino a Villers-Cotterets, 85 km a nord-est di Parigi, mentre viaggiavano in direzione della capitale in un'auto con la targa nascosta carica di armi lungo la statale RN2. Immediatamente sono stati predisposti posti di blocco su tutte le strade di accesso a Parigi, immediatamente il palazzo dell'Eliseo è stato blindato. E in una Parigi sotto shock stamani due poliziotti sono stati attaccati dopo un incidente stradale. Uno di loro, un'agente donna è morta, e l'altro è stato ferito da un uomo, anche lui poi riuscito a fuggire. Un episodio il cui legame con la strage non è chiaro, ma che ha richiamato sul posto il ministro dell'interno, Bernard Cazeneuve, che ha dovuto abbandonare precipitosamente un vertice all'Eliseo. I concitati sviluppi della mattinata seguono una nottata ancora più drammatici in cui un'operazione delle teste di cuoio ha preso di mira la città di Reims, nello Champagne. Cinque persone sono state fermate, fra le quali la moglie, la sorella e il cognato di uno dei due. Quanto al terzo ricercato, il 18/enne Mourad Hamid, si è presentato spontaneamente stamani di Charleville-Mézières e la sua posizione è ora al vaglio della polizia. Stamani il presidente francese Franois Hollande ha ricevuto al'Eliseo il suo predecessore, Nicolas Sarkozy.

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Cherif Kouachi, 32 anni, uno dei due fratelli ricercati per l'attacco a Charlie Hebdo, era finito in un'inchiesta televisiva andata in onda su France 3 nel 2005. Lo riporta il sito di Le Parisien, che pubblica il video. Lo speciale tv dedicato al terrorismo, dal titolo 'Pièces à conviction', mostrava il giovane Cherif determinato a morire per il martirio in Iraq. L'inchiesta, che racconta la formazione e l'indottrinamento del giovane, venne diffusa dopo il suo arresto per aver partecipato all'invio di combattenti in Iraq. Kouachi non testimonia mai direttamente, ma attraverso citazioni, audizioni e disegni che mostrano come all'epoca il giovane era deciso a morire martire. Nel video Cherif si presenta come uno "studente diligente" di Farid Benyettou, predicatore del XIX arrondissement di Parigi, che all'epoca preparava volontari per combattere in Iraq. Nel corso delle sue audizioni, Kouachi aveva specificato il contenuto di questo "apprendimento": "Farid mi ha detto che i testi hanno dato prova dei benefici degli attacchi suicidi. E' scritto nei testi che è bene morire martire".

 

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