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Torniamo alla verità,
se vogliamo ripartire...

                                                                                                 di Lino Morgante

Il presidente del Consiglio non ha dubbi: il 2015 sarà l’anno della rinascita economica. E le riforme, a cominciare da quella che “ridisegnerà” il lavoro... privato, daranno la spinta decisiva. I dati diffusi dall’Istat, tuttavia, nonostante segnalino un moderato aumento del reddito spendibile dalle famiglie (1,8%, in buona parte frutto della deflazione!), raccontano un’altra storia: assisteremo, bene che vada, a una graduale uscita dalla recessione. Restando sempre indietro rispetto ai Paesi Ue e, soprattutto, agli Stati Uniti. L’Ocse, a tal proposito, stima che l’area euro crescerà dell’1,1%, gli Usa del 3,1% e i Paesi emergenti del 5,4%. La Commissione europea va oltre: nei prossimi 10 anni si trotterellerà a una media dell’1%. E bisognerà pregare perché le elezioni in Grecia, o le tensioni Russia-Ucraina, non riservino sgradite sorprese. In Italia c’è, dunque, qualche motivo per sorridere? No, davvero. Il primo, grande problema è la mancanza di fiducia, tanto è vero che non ripartono consumi e investimenti. Gli italiani stanno alla finestra o giocano in difesa perché non si fidano di una classe politica giudicata, non sempre a torto, incapace. Certo, in parte, specchio di un Paese abituato più alle parole che ai fatti, più ai privilegi che ai sacrifici, più alle bugie che alla verità, soprattutto se scomoda. Troppi i Pinocchi che barano azzoppando la fiducia. Qualcuno s’è chiesto che fine abbia fatto il Piano di risparmi del fu commissario Cottarelli? Carta straccia: nei primi 9 mesi dello scorso anno lo Stato vampiro ha speso il 48,7% del Pil, come nello stesso periodo del 2013. A ottobre, novembre e dicembre il deflusso di cassa potrebbe risultare peggiore. Nel 2015 si prevede un esborso di 838,8 miliardi, 3,5 in più rispetto al 2014! Perché allora prendere in giro gli italiani, illudendoli che presto l’economia girerà, che pagheranno meno tasse? Bugie. Al pari di quelle che si raccontano quasi tutti i giorni allorquando, lungo le coste di Sicilia e Calabria, sbarcano centinaia di migranti (ben 160mila solo nel 2014): le frontiere sono presidiate, sono tutti e solo profughi, riusciremo a dare un avvenire a ciascuno, si integreranno senza problemi, eccetera. Ma sul fronte italiano dell’immigrazione senza controllo, anzi agevolata, non ci sono solo storie da libro Cuore. È bene saperlo. 

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