Venerdì 22 Novembre 2024

"Guardano la partita"
L'Isis uccide 13 ragazzini

Tredici ragazzini 'giustiziati' perché avevano guardato una partita di calcio in tv e un sacerdote iracheno prigioniero dei jihadisti dello Stato islamico (Isis) ucciso perché il riscatto non era stato pagato: sono le due agghiaccianti 'notizie' giunte dal nord dell'Iraq nelle ultime ore, senza che però nessuna fonte sia stata finora in grado di confermare l'autenticità dei fatti. La foto da molti siti arabi pubblicata a fianco del testo dell'esecuzione dei giovani risale al luglio scorso e ritrae alcuni giovani soldati iracheni in abiti civili. 

Mentre dell'uccisione del prete Murtada Ablahad se n'era data più volte 'notizia' sui social network: un anno fa, poi ad agosto e a ottobre scorsi e, infine, due settimane fa. Secondo il sito curdo Rudaw, esplicitamente ostile allo Stato islamico, l'Isis ha ucciso il prete iracheno, 44 anni, "da mesi" ostaggio dei jihadisti, con raffiche di mitra dopo che il riscatto non è stato pagato. I siti e le tv arabe riprendono Rudaw e pubblicano una foto di Ablahad quando era ancora in vita. Nessuna conferma è finora giunta da Mosul dell'uccisione dei 13 ragazzini iracheni, "giustiziati in una piazza pubblica lo scorso 12 gennaio perché colpevoli di aver tifato la loro nazionale mentre giocava contro la Giordania nella Coppa d'Asia in corso in Australia". La notizia è stata diffusa ieri ai media occidentali, che a loro volta l'avevano raccolta dalla pagina in inglese del sito di attivisti siriani anti-Isis originari di Raqqa, la città nel nord da più di un anno dominata dallo Stato islamico. La fonte di quella 'notizia' era però il canale satellitare panarabo-saudita al Arabiya, che a sua volta aveva citato l'agenzia ufficiale giordana Petra. 

Sia l'Arabia Saudita che la Giordania partecipano alla campagna di bombardamenti aerei guidata dagli Usa contro l'Isis in Siria e Iraq. Citando non meglio precisati "media iracheni", la Petra affermava che "i cadaveri sono rimasti esposti a terra e i genitori non hanno potuto recuperarli per timore di essere uccisi dai jihadisti". Sempre secondo questo racconto, "prima di proseguire con l'esecuzione, le milizie dell'Isis hanno annunciato quanto stavano per fare con un megafono, dicendo che i ragazzini avevano commesso un crimine "violando la sharia", riferisce ancora il gruppo. Diversi siti arabi e occidentali hanno riportato la 'notizia' dell'uccisione dei ragazzi a Mosul, affiancandola a una foto in cui si mostrano dei miliziani puntare la pistola alla nuca ad almeno tre giovani in abiti civili inginocchiati a terra in una zona di campagna. L'immagine è un fotogramma di un video diffuso dall'Isis nel luglio scorso e che riportava come didascalia la frase: "Uccisione di quattro militari delle truppe speciali" irachene. I giovani ritratti nell'immagine indossavano abiti civili.

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