“Più che ‘l dolor poté ‘l digiuno”. Parafrasando Dante e il suo Conte Ugolino, che si pappò i figli spinto dai morsi della fame, anche Alexis Tsipras, novello condottiero della mitica Hellas, oggi discretamente malandata, ha chiuso gli occhi e ha fatto una scelta di convenienza. Non ha ottenuto la maggioranza assoluta col suo movimento Syriza (sinistra-sinistra) e così, abbastanza a sorpresa, ha optato per un’alleanza con la destra di “Greci indipendenti”. Un colpo di teatro che rischia di far venire i sudori freddi ai padroni del vapore di Bruxelles. Sì, perché Tsipras, con questa mossa, spariglia le carte e apre orizzonti nuovi nello scenario politico dell’Unione. La Grecia non ha un peso particolare nell’economia europea, ma in questo momento è un modello a cui tutti guardano, sia le vestali e i vecchi tromboni dell’etica comunitaria a qualsiasi prezzo (meglio se pagato dagli altri, è ovvio) e sia gli inferociti e ammaccatissimi cittadini di molti Paesi, messi in ginocchio dalla crisi e con le terga bruciate dalla difesa a oltranza dell’euro. Finora i movimenti anti-UE, benché agguerriti, avevano la caratteristica di essere ideologicamente sparpagliati tra destra e sinistra. Per cui molti politicanti che si parlano addosso e legioni di panzuti e avidissimi banchieri dormivano tra due guanciali: chi metterebbe mai assieme formazioni bellicose ma sideralmente distanti? Non avevano fatto i conti con Tsipras, che sta dimostrando di avere un fiuto politico certamente più consistente di quello fin qui dimostrato dal caravanserraglio degli “anti-tutto”, incapaci di dare una dimensione strategica alle varie (e occasionali) vittorie “tattiche”. Per Tsipras la colla che unisce, quella del furore contro l’Europa del capitalismo di cartone, dei grassatori in doppio petto e dei “palloni gonfiati” (come li chiama il Nobel per l’Economia Krugman) è più forte delle differenze ideologiche. Se questa (ovvia) considerazione, dovesse fare presa sugli altri euro-scettici, allora per i santoni di Bruxelles si preparano tempi durissimi. Per Tsipras, è vero, visti i numeri da sala rianimazione che mostra la Grecia, la strada è tutta in salita. Ma per gli euro-burocrati, quella che per ora sembra un’autostrada potrebbe presto trasformarsi nella discesa di Kitzbühel, cioè un percorso talmente ripido da fargli rompere l’osso del collo.