"Sono cifre sballate, non so dove sono state prese". Antonio Ingroia, l'ex pm chiamato da Rosario Crocetta a guidare la società Sicilia e-Servizi, non ci sta, smentisce le notizie pubblicate dal settimanale l'Espresso sui compensi e rimborsi spese che avrebbe percepito da amministratore unico della partecipata che gestisce sistemi informatici per la Regione, e preannuncia azioni giudiziarie. "C'è un disegno chiaro - dice Ingroia -, e cioè far saltare la mia gestione che ha buttato fuori dalla società interessi speculativi di privati".
"A me - continua - queste cifre non risultano, citerò l'Espresso per danni. Non ho preso 200mila euro, il mio compenso è di 50mila euro lordi. Le notizie andrebbero fornite esatte, precise e complete, ma spesso si preferisce farmi passare come dilapidatore di risorse pubbliche e per colui al quale non si applicano le legge sulla spending rewiew". Dopo di che, l'ex pm precisa: "Gli amministratori di società regionali hanno diritto all'indennità di risultato, che è pari al doppio del compenso, se chiudono bilanci in attivo". Ingroia, che nel 2013 è stato chiamato dal governatore Crocetta a 'risanare' le casse della partecipata, dice peraltro di non aver incassato il 'bonus' previsto, perché "la società non ha ancora chiuso il bilancio 2014 e l'indennità non mi è stata ancora erogata". Poi, rivendica di aver fatto risparmiare più di 30 milioni di euro all'amministrazione regionale da quando gestisce la Sicilia E-servizi. "Quest'anno - continua Ingroia - è costata alla Regione 8,5 milioni di euro, negli anni passati è arrivata a punte di 57 milioni". Parlando delle spese per consulenze legali citate dal settimanale, Ingroia dice ancora: "c'è in contenzioso con Engineering e Accenture (ex soci della società, oggi partecipata per intero dalla Regione ndr), per circa 200 milioni di euro, che è stato affrontato nel 2014. Le parcelle degli avvocati vanno parametrate al valore della causa". A chi fa notare che Ingroia ha affidato incarichi di consulenza all'avvocato Elio Costanza, ex tesoriere di Azione civile e al giornalista Maurizio Sansone, ex portavoce del partito fondato da Ingroia, quando nel 2013 si è candidato alle politiche, l'ex pm taglia corto: "Non mi devo giustificare, si tratta di rapporti fiduciari e ovviamente li ho scelti per questo". (ANSA)