Lunedì 23 Dicembre 2024

Rotto il patto
del Nazareno

Il premier tira dritto sulle riforme, convinto di avere i numeri per "portarle a casa" ma, dopo quanto accaduto per l'elezione di Sergio Mattarella al Quirinale è scontro tra Fi e Pd sul 'Patto del Nazareno' che gli azzurri definiscono "morto". Nel frattempo resta alta la tensione dentro Forza Italia con Raffaele Fitto che va all'attacco e ribadisce la richiesta dell'azzeramento di tutte le cariche.

"Porteremo a casa le riforme. Gli italiani con il referendum avranno l'ultima parola. E vedremo se sceglieranno noi o chi non vuole cambiare mai". Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio Matteo Renzi, con riferimento alla riforma costituzionale del Senato e del titolo V.

Renzi starebbe, tra l'altro, pensando ad allargare il Ministero degli Affari Regionali per trasformarlo in Ministero del Mezzogiorno, che abbia anche la gestione dei fondi europei.

A guidarlo, a quanto ha fatto intendere ieri il presidente del consiglio a Porta a Porta, sarebbe un'altra donna dopo le dimissioni del ministro Maria Carmela Lanzetta, "Esce una entra una", ha detto Renzi.

"Stando ai numeri che abbiamo espresso in Senato io non starei così sereno. Forza Italia è stata più volte determinante". Così,Giovanni Toti, che aggiunge: "i voti parlamentari non sono problemi nostri, noi siamo all'opposizione".

"Il patto del Nazareno così come lo avevamo interpretato fino ad oggi noi lo riteniamo rotto", lo dice Giovanni Toti mentre è in corso, a Palazzo Grazioli, la riunione del comitato di presidenza. "Il cammino delle riforme il governo ha già detto con grande chiarezza che proseguirà - ha spiegato Toti - noi non ci sentiamo legati a condividere un percorso nel suo totale perché quel totale prevedeva un presupposto fondamentale che era: sulle istituzioni si sceglie insieme e dunque anche sul capo dello Stato.

"Se il patto del Nazareno è finito, meglio così. La strada delle riforme sarà più semplice. Arrivare al 2018 senza Brunetta e Berlusconi per noi è molto meglio". Lo scrive in una nota Debora Serracchiani, vice segretario del Pd.

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