Nuove, rivoluzionarie linee-guida sul colesterolo nei cibi - con buone probabilita' vicine all'approvazione da parte dei maggiori esperti del governo Usa - allontaneranno la paura dei tuorli carichi di sostanze nocive per la salute, cambiando alcuni pilastri della 'vecchia' nutrizionistica. Per la prima volta in 40 anni - secondo un reportage del 'Washington Post' - la speciale 'Commissione Consultiva sulle linee guida dietetiche', si appresta a ribaltare le sue stesse indicazioni, includendo il colesterolo contenuto nelle uova e in altri alimenti come i gamberi, tra le sostanze "non preoccupanti per la salute".
Le indicazioni - per ora a livello di bozza - andranno riviste e approvate formalmente dai ministeri della Sanita' e dell'Agricoltura statunitensi entro il prossimo autunno. Ma secondo la maggioranza dei nutrizionisti americani, si tratta di un cambiamento "dovuto" e sostenuto dalle ultime ricerche in materia. Le piu' recenti raccomandazioni del 2010, indicavano in 300 mg al giorno il livello massimo di colesterolo consentito da assumere tramite i cibi. Ora il pensiero scientifico piu' recente attribuisce la colpa di alti livelli di colesterolo misurati nel sangue soprattutto alla genetica. E ad alimenti carichi di grassi saturi, come le carni, il burro, il latte intero. Ha commentato Steven Nissen, direttore di medicina cardiovascolare della illustre Cleveland Clinic: "Le linee guida per l'alimentazione sono sbagliate, lo sono state per decenni, solo il 20% del colesterolo dipende dalla dieta, il resto viene dai geni. Abbiamo detto alla gente di non mangiare uova ma e' stato un cattivo consiglio, che ha portato gli americani a consumare piu' alimenti carichi di zuccheri e carboidrati. Cosi' siamo diventati sempre piu' grassi e il diabete si e' impennato". Il comitato di esperti - che per ora non ha voluto commentare con la stampa USA - non ha cambiato le valutazioni sugli effetti negativi di alti livelli di 'LDL' (il colesterolo cattivo) sul cuore o sullo sviluppo del diabete, ma solo sulle sue origini alimentari. Anche l' American College of cardiology, d'altronde, nelle linee-guida del 2013 non aveva piu' incluso alcun consiglio riguardante il colesterolo nei cibi.(ANSA)
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