"Non credo che Landini abbandoni il sindacato, è il sindacato che ha abbandonato Landini. Il progetto Marchionne sta partendo, la Fiat sta tornando, meno male, a fare le macchine. La sconfitta sindacale pone Landini" nel bisogno di cambiare pagina il suo impegno in politica è scontato. Lo afferma il premier Matteo Renzi a 'In mezz'ora'.
"Sulla partita tra chi diceva che la Fiat è finita e chi diceva diamo fiducia a Marchionne, il dato è che la Fiat sta tornando ad assumere". Lo afferma il presidente del Consiglio Matteo Renzi a 'In mezz'ora' sottolineando la "sconfitta sindacale" di Maurizio Landini rispetto alla Fiat.
Il testo del Jobs act "è stato largamente condiviso anche con la minoranza Pd". Così il vicesegretario del Pd Debora Serracchiani risponde alle critiche della sinistra Pd sui decreti attuativi del Jobs act. "Mi fa piacere - aggiunge - che Ncd esulti per una riforma di sinistra".
"Il jobs act è una riforma di sinistra. Mi fa piacere che Alfano dica bene di una riforma di sinistra. Vuol dire che siamo nella direzione giusta", ha detto Debora Serracchiani che si dice "dispiaciuta per le banalizzazioni di Fassina". "Questa riforma aumenta le tutele. Fassina - ribadisce a 'L'intervista' su Sky Tg 24 - era critico e lo resterà, ma deve rispondere al fatto che le imprese hanno aspettato questa riforma per assumere tanti giovani. Gli imprenditori non hanno più alibi per non assumere. Il testo della legge delega era diverso da quello passato in Cdm prima della direzione del Pd in cui è stato approvato l'ordine del giorno". Detto questo, Serracchiani ammette: "sui licenziamenti collettivi non abbiamo dato ascolto alle indicazioni delle commissioni. Ma sono pareri consultivi e non vincolanti. Abbiamo ascoltato e il governo ha preso delle decisioni. Bisogna andare avanti con le riforme, devono andare tutte avanti", conclude.
"Il Governo, tirando dritto sul Jobs act, ha esercitato una sua legittima facoltà, posto che il parere delle commissioni non era vincolante". Così il partito di Scelta Civica, in una nota facendo riferimento alle parole di ieri della presidente della Camera, Laura Boldrini, definite "discutibili".
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