Lunedì 18 Novembre 2024

Più occupati tra i giovani
Renzi: non basta

Segnali positivi di ripresa per il mondo del lavoro. Cala la disoccupazione, migliora l'occupazione per i giovani il cui tasso a gennaio è del 41,2% e aumentano le donne occupate. Pil 2014 a -0,4%, scende sotto livelli 2000, mentre il debito risale. La pressione fiscale torna a salire, 43,5%. Poletti, dato incoraggiante dopo anni calo occupazione. Il premier Matteo Renzi su Twitter: "Più 130 mila posti di lavoro nel 2014, bene ma non basta. Ora al lavoro per i provvedimenti su scuola e banda ultralarga #lavoltabuona".

Nel 2014 il tasso di disoccupazione è salito in Italia al 12,7% dal 12,1% del 2013. Lo rende noto l'Istat, specificando che il dato annuale è il massimo mai registrato dal 1977. Nel 2014, rileva ancora l'Istat, è dunque continuata la crescita della disoccupazione, con un aumento di 167.000 unità (+5,5%), che ha interessato sia gli uomini che le donne e tutte le ripartizioni geografiche. L'incremento, spiega l'Istituto di statistica, è dovuto in quasi sette casi su dieci a quanti sono alla ricerca di prima occupazione. L'incidenza della disoccupazione di lunga durata (dodici mesi o più) sale dal 56,4% del 2013 al 60,7% del 2014. Rispetto alla media nazionale del 12,7%, il tasso di disoccupazione ha raggiunto nel Mezzogiorno il 20,7%. Per quanto riguarda invece l'occupazione, nella media del 2014, dopo due anni di calo, l'Istat registra una crescita dello 0,4% (pari a 88.000 unità in confronto all'anno precedente), a sintesi di un aumento nel Nord (+0,4%) e nel Centro (+1,8%) e di un nuovo calo nel Mezzogiorno (-0,8%, pari a -45.000 unità). La crescita degli occupati interessa sia gli uomini (+0,2%, pari a 31.000 unità) sia, soprattutto, le donne (+0,6%, pari a 57.000 unità).

Gli occupati a gennaio 2015 sono 22 milioni e 320.000, sostanzialmente invariati rispetto a dicembre (+11.000), ma in aumento dello 0,6% su base annua (+131.000). Il tasso di occupazione sale al 55,8%, 0,1 punti percentuali in più su base congiunturale e 0,3 punti su base annua. Lo comunica l'Istat, precisando che si consolida così il recupero di dicembre.

Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è sceso a gennaio 2015 al 41,2% dal 41,4% di dicembre 2014, rende noto l'Istat. Il tasso è il minimo da agosto 2013 (40,8%), ovvero da 17 mesi a questa parte. Nel corso del 2014 il tasso di disoccupazione giovanile è invece salito di 2,6 punti percentuali, arrivando al 42,7%. Si va dal 32,7% del Nord al 55,9% del Mezzogiorno. Il picco assoluto è per le giovani donne del Sud (58,5%).

Il tasso di disoccupazione a gennaio è pari al 12,6%, comunica l'Istat aggiungendo che, dopo il calo di dicembre, il primo mese del 2015 ha registrato un ulteriore diminuzione di 0,1 punti percentuali, tornando sullo stesso livello di dodici mesi prima.

Aumentano a gennaio le occupate donne. Se l'occupazione maschile rimane sostanzialmente stabile rispetto al mese precedente, per la componente femminile l'Istat registra invece un aumento dello 0,2% su dicembre. Su base annua il dato aumenta per entrambi i generi: +0,5% per gli uomini e +0,8% per le donne. 

Gli occupati part-time nel 2014 hanno superato i 4 milioni contro i 18 milioni a tempo pieno. In particolare nel quarto trimestre dello scorso anno, gli occupati a tempo parziale sono aumentati a ritmo sostenuto (+3,2%, 128mila unità), con una crescita che interessa soprattutto il part-time involontario, pari al 64,1% dei lavoratori a tempo parziale (62,1% un anno prima). Tra ottobre e dicembre sono inoltre cresciuti con maggiore intensità i dipendenti a termine (+6,6%) e i collaboratori (+8,9%).

"Il lieve incremento registrato anche a gennaio (+11 mila rispetto a dicembre) porta ad un aumento complessivo di 131 mila occupati su base annua. E' un risultato incoraggiante dopo diversi anni di caduta dell'occupazione". Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sui dati Istat: si intravede "un 2015 migliore per l'occupazione e l'economia".

Pil 2014 -0,4%, scende sotto livelli 2000 - Nel 2014 il Pil italiano è diminuito dello 0,4% rispetto al 2013, portandosi sotto i livelli del 2000. Lo comunica l'Istat in base alle stime definitive. Nel 2014 il rapporto tra deficit e Pil si è attestato in Italia al 3%. Era al 2,9% nel 2013. Lo rende noto l'Istat. Il dato è in linea con le previsioni contenute nella Nota di aggiornamento del Def. 

Il debito 2014 sale a 132,1%, record da 1995 - Nel 2014 il debito italiano è salito dal 128,5% del 2013 al 132,1% del Pil, il massimo dal 1995, da quando cioè sono state ricostruite le serie storiche. Lo rende noto l'Istat. Le previsioni del governo nella Nota di aggiornamento Def indicavano nel quadro programmatico un rapporto del 131,6%.

La pressione fiscale torna a salire, 43,5% in 2014 - Nel 2014 la pressione fiscale ha raggiunto il 43,5% del Pil, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al 2013 (43,4%). Lo rende noto l'Istat. Nel 2012 si era toccato lo stesso livello del 43,5%. 

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