Fino a oltre sei ore di attesa per poter essere ricevuti e avere le prime cure. Ragazzini con sospette fratture, parcheggiati in sala d’aspetto, prima di sapere se, e quando, poter effettuare una radiografia. Persone con dolori al petto inserite in una lista che scorre lenta, nonostante il desistere di quanti scelgono di rivolgersi altrove. È la quotidianità del pronto soccorso dell’ospedale “Fogliani” di Milazzo che si trasforma in una vera angoscia per pazienti e familiari che sono costretti a farne ricorso. Lunghe ore di attesa che alimentano l’indignazione e l’insofferenza di pazienti e familiari. Non sono mancati i vivaci richiami di questi ultimi ad una maggiore considerazione nei confronti di persone provate, oltre che dalla sofferenza fisica anche da un’attesa snervante. Disorganizzazione ed inefficienza le accuse mosse da chi trascorre intere giornate nei locali del presìdio di villaggio Grazia. Una situazione che finisce col determinare nervosismo tra pazienti e familiari e gli stessi medici. Eppure le statistiche dicono che con gli oltre 40.000 accessi annui, il Pronto soccorso di Milazzo è il primo reparto di pronta urgenza di tutta l’Asp di Messina. Situazioni che dovrebbe indurre la direzione generale ad occuparsi in modo serio e concreto una volta per tutte il Pronto soccorso di Milazzo, inadeguato sia come strutture, sia per numero di personale, tanto più che è riferimento di un bacino ampio come quello di Milazzo che è anche importante polo industriale. Insomma la questione del Pronto soccorso del “Fogliani”, non ci stancheremo mai di dirlo, va attenzionata in modo serio. Tra l’altro, alcuni mesi addietro, lo stesso direttore generale Sirna aveva comunicato che nel giro di poche settimane sarebbero stati attivati 4 posti letto di "osservazione breve" per accogliere quei pazienti che non hanno i requisiti per essere ricoverati nei reparti, ma che a giudizio del medico vanno tenuti in osservazione da 12 a 48 ore. Ancora nulla risulta che sia stato fatto, al pari dell’annunciata implementazione degli ausiliari che risulterebbero sottodimensionati di 10 unità. Certo, si fa osservare, spesso si arriva al Pronto soccorso per richiedere prestazioni che potrebbero essere garantite dai Pta, i presidi territoriali di assistenza di nuova generazione per i quali l’ex manager Poli aveva previsto il coinvolgimento fattivo di tutti i medici di base del territorio. Ma se queste strutture non sono, a differenza di quanto avviene al Nord, decollate la colpa non può essere del paziente.