Una riunione sui tagli delle Ferrovie sullo Stretto che inizia senza i vertici delle Fs, invitati ma non pervenuti, e senza il sindaco di Messina, fermato all’ingresso senza cravatta e soprattutto nemmeno invitato, inizia quantomeno male Specie se quella riunione si tiene in una sede istituzionale come la commissione Ambiente dell’Ars Un inizio poco promettente, un finale quantomeno interlocutorio Che lascia profondi dubbi su quali siano gli orientamenti della Regione, protagonista tutt’altro che secondario al tavolo attorno al quale verranno prese le decisioni finali, sui piani delle Ferrovie Il ministro Lupi è stato chiaro: noi facciamo le proposte, saranno gli enti locali a dire se andranno bene E in cima agli enti locali c’è la Regione Ieri in quarta commissione all’Ars erano presenti i sindacati, il presidente dell’Anci Leoluca Orlando, diversi deputati, il direttore Trasporti regionale di Trenitalia, Mancarella, il dirigente regionale Infrastrutture e Trasporti Arnone, l’assessore Giovanni Pizzo Assenti “illustri”, gli amministratori delegati di Rfi e Bluferries, Gentile e Sciumè Coloro i quali, parole di Mancarella, avrebbero potuto dare risposte sui questi principali, compreso quello della deputata Cinquestelle Valentina Zafarana: «A fronte di investimenti inesistenti, cosa si vuole fare?» In assenza dei rappresentanti dell’azienda, è toccato in maniera inconsueta proprio a Pizzo fare i conti in tasca a Rfi: «Il contributo dello Stato per la continuità territoriale, che ad oggi ancora c’è, è intorno ai 90 milioni di euro, non è una cifra piccola Trenitalia paga a Rfi un’altra quota per l’attraversa - mento dei treni che passano sullo Stretto, altri 20 milioni» Come dire: il gioco vale la candela? Pizzo ha riferito anche del proprio personale esperimento, il viaggio verso Roma in treno: «Quel viaggio è servito a vedere chi sale sul treno: 38 persone in Sicilia, altre 55 in Calabria, quasi nessuno in Campania A Roma siamo arrivati circa in 90, su un treno che ha la capienza di 600» Tutto ciò per dire che «l’of - ferta per il treno a lunga percorrenza non è performante, non convince l’utente ad utilizzarlo Arrivare a Roma in 11 ore e mezza è fuori dalla logica di un normale servizio» Un assist alle Fs, che Pizzo ha definito «in fibrillazione» perché i treni a lunga percorrenza, ad oggi, non sono regolati da contratto di servizio, scaduto a fine anno «Ho chiesto chiarezza all’amministratore delegato: non si cambia nulla di quello che c’è in campo, se non prima viene validata una soluzione da tutti i soggetti interessati» Cioè gli enti locali Cioè, anche, Pizzo Che ha dato una propria chiave di lettura su quanto sta accadendo: «Questo dibattito sui trasporti al Sud è stato utilizzato come “campo di gara” per altre dinamiche interne, in un momento di riorganizzazione del gruppo Fs» Ma il finale dell’intervento pare un ulteriore assist alle Ferrovie: «I treni senza le persone non vanno da nessuna parte» Insomma il messaggio è chiaro: nessuno vuole tagliare, ma i treni sullo Stretto costano e tanto Forse troppo Una posizione che ha fatto saltare sulla sedia il segretario regionale dell’Orsa, Mariano Massaro, che a Pizzo ha detto: «Lei non deve preoccuparsi di quanto spende Rfi, lei deve preoccuparsi che ci sia un servizio all’altezza Non vogliamo una scelta, o i treni o le navi Vogliamo tutto E malgrado ogni rassicurazione, l’unico atto ufficiale è quello presentatoci il 2 febbraio» Cioè quello che taglia, nello specifico, tutti gli Intercity giorno e una delle due navi in servizio sullo Stretto per traghettare i treni Con una verità, espressa sempre dalla Zafarana: «Nel piano degli investimenti del Governo per la Sicilia non c’è nulla non solo per l’inizio di lavori, ma nemmeno per la programmazione»