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Frequente 'ndranghetisti
Tar vieta armi
ad imprenditore

Nonostante l'assoluzione nel processo d'Appello Tempus venit, l'imprenditore edile aostano Giuseppe Tropiano non può riavere i fucili da tiro a volo che gli erano stato ritirati - insieme al porto d'armi - quando era indagato per favoreggiamento aggravato dal metodo mafioso. Lo ha stabilito il Tar, anche in base agli "elementi informativi dei Carabinieri, che hanno sottolineato frequentazioni" di Tropiano "con 'soggetti di caratura criminale organicamente inseriti nella [...]'ndrangheta'".

La decisione dei giudici del Tar della Valle d'Aosta fa riferimento inoltre alla circostanza che Giuseppe Tropiano, sempre secondo i carabinieri, "si muova in una 'zona grigia in cui è ritenuto normale mantenere collegamenti con persone vicine o affiliate alla criminalità organizzata al fine di ottenere vantaggi e/o una sorta di 'protezione'', alla tendenza a 'rivolgersi a persone legate al crimine organizzato a cui peraltro affidare lavori collaborando quindi al loro sostentamento e copertura'".
Per i giudici amministrativi "i sospetti evidenziati dai Carabinieri, seppur in parte affievoliti dalla sentenza d'appello, sono comunque 'idonei a giustificare la permanenza del provvedimento ablativo in quanto mettono in rilievo la presenza di diverse relazioni sociali con persone vicine alla criminalità organizzata'".
Secondo le indagini dei carabinieri del 2011 e 2012, Giuseppe Tropiano - all'epoca impegnato con la sua Edilsud nella costruzione del parcheggio pluripiano dell'Ospedale Parini di Aosta - da vittima di tentativo estorsivo, avrebbe cercato contatti con personaggi legati alla criminalità organizzata, in particolare alla 'ndrangheta, per poter avviare una trattativa riguardo alla richiesta di denaro. Solo successivamente si sarebbe rivolto alle forze dell'ordine per denunciare la tentata estorsione. In primo grado, il 30 gennaio del 2013, era stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione per favoreggiamento - senza l'aggravante del metodo mafioso - insieme ai suoi fratelli Salvatore e Romeo. Il 28 ottobre dello stesso anno invece i giudici d'Appello avevano assolto i tre ""perché il fatto non costituisce reato". (ANSA)

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