Attira attenzione e polemiche il mega cartellone installato a Napoli su cui è ritratta una modella, in versione suora-sexy, che pubblicizza una nota casa di abbigliamento femminile. Il cartellone, 6 metri per nove, appena fissato sulla facciata di un edificio lungo via Marina, ha subito innescato tra i passanti un'accesa discussione sull'opportunità di tale scelta in previsione anche dell'imminente visita in città di Papa Francesco.
Nella foto la modella ha il capo e le spalle coperte dal classico velo in bianco e nero mentre il seno nudo coperto dalle mani giunte in preghiera che mantengono una collana del tutto simile ad un Rosario. Un jeans completa l'abbigliamento.
Reazioni negative e proteste sul profilo Facebook della rivista San Francesco patrono d'Italia per il grande cartellone installato a Napoli su cui è ritratta una modella, in versione suora-sexy, che pubblicizza una nota casa di abbigliamento femminile. "Voi che cosa ne pensate?" è la domanda posta sotto alla foto. Un post che è stato rapidamente commentato da oltre 300 persone. Praticamente tutte si sono espresse in maniera negativa.
Rosso di Sera, l'azienda di abbigliamento che ha realizzato la campagna pubblicitaria in cui una modella in atteggiamento sexy è vestita da suora, chiarisce le proprie ragioni in una nota. ''In riferimento alle polemiche delle ultime ore sul nostro manifesto pubblicitario - si legge - intendiamo chiarire che tutto desideriamo fuorché mancare di rispetto alla visita del Santo Padre prevista il prossimo 21 marzo in città, anche perchè lo scatto è stato realizzato diverso tempo fa. Riconosciamo di aver fatto una scelta di marketing forte ma non c'è nessun intento blasfemo. L'essere dissacranti non vuol dire non avere una sacralità, significa fare delle scelte anche impopolari ma nelle quali crediamo molto. Anche sulla partecipazione di Suor Cristina a 'The Voice' vi furono molte polemiche eppure la sua figura ha avvicinato molto i ragazzi alla Chiesa". "La modella del nostro manifesto - si spiega - stringe un Rosario e prega, e se é vero che c'è un effetto "vedo non vedo" è vero anche che non si intende in alcun modo banalizzare l'atto della preghiera. Rivendichiamo dunque la nostra scelta e ci dispiace profondamente essere accusati di cose assai lontane dai nostri valori e dalla nostra cultura. Riteniamo altresì che sia giusto attendere il parere dell' Istituto Autodisciplina Pubblicitaria (AIP), ente titolato a decidere sulla rimozione dei manifesti. Finora non ci é stato notificato nulla".