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Votata la riforma e FI si spacca
Renzi "Paese più semplice e giusto"

Via libera dell'Aula di Montecitorio alle riforme costituzionali. La Camera ha approvato il ddl sul nuovo Senato con 357 sì e 125 no e il testo ora torna a Palazzo Madama in terza lettura. Il Movimento cinque stelle è rimasto fuori dall'Aula al momento del voto mentre Sel ha protestato mostrando la Costituzione. Tensione nel Pd sul provvedimento. Mentre Forza Italia si divide e in 17 scrivono al Cav criticando le scelte sul provvedimento. Soddisfatto il premier Matteo Renzi che ha parlato di un Paese che ora è "più semplice e giusto".

Fi vota no ma si divide, critiche alla scelta anti-Nazareno - Forza Italia vota no alle riforme ma 17 deputati hanno sottoscritto un documento in cui si conferma il voto contrario esprimendo però forti critiche alle linea: "Voteremo contro non per disciplina di gruppo ma per affetto e lealtà nei tuoi confronti". A firmare il documento in cui si esprimo critiche "alla linea scelta" sono tra gli altri Massimo Parisi, Luca D'Alessandro, Daniela Santanchè, Laura Ravetto, Monica Faenzi, Ignazio Abrigani, Luca Squeri, Basilio Catanoso, Antonio Marotta, Giovanni Mottola, Giuseppe Romele, Marco Martinelli, Carlo Sarro, Gregorio Fontana, Giorgio Lainati e Paolo Russo, oggi assente perchè malato. "Di fronte alla notizia che Renzi non ha la maggioranza in Parlamento - ha detto Renato Brunetta - guardo con tolleranza queste sensibilità diverse" emerse in FI, che sono "ingiustificabili" dopo un "anno sofferto di Patto del Nazareno. 

Fitto, ora niente scherzi al Senato - "Oggi benvenuti tutti all'opposizione". E' quanto afferma Raffaele Fitto che, dopo il no di Fi sulle riforme, avverte: "Ora l'essenziale è che non ci sia la riserva mentale, nel prossimo passaggio al Senato, una volta passate le elezioni regionali, di riprendere a fare pasticci come è accaduto fino a quindici giorni fa".  "Sarebbe facile, per me e per gli amici con cui ho condiviso lunghi mesi di solitudine nel Palazzo, nel nostro tentativo di emendare la modesta e inadeguata proposta di riforma costituzionale avanzata dal Governo. Sarebbe facile ricordare i nostri emendamenti, e come venivamo trattati per il solo fatto di averli proposti", premette Fitto. "Ma, in politica così come nella vita personale, serve a poco dire: 'Ve l'avevamo detto'. Dico invece con positività: 'Oggi benvenuti tutti all'opposizione'".

M5s fuori dall'Aula attacca: "Fascisti" - "E' davvero doloroso per me essere qui oggi ma lo faccio con l'orgoglio di chi ha il compito di testimoniare la contrarietà al tentativo di rovinare la Costituzione imposto con metodi fascisti". Lo dice in Aula il deputato M5S Danilo Toninelli, unico presente del suo gruppo per fare la dichiarazione di voto intervenendo durante le dichiarazioni di voto sul ddl riforme.

Tensione nel Pd, l'avvertimento di Bersani - La minoranza Dem critica contenuto e metodo utilizzato sulla riforme. "Il Patto del Nazareno - avverte Pier Luigi Bersani - non c'è più, non si dica che non si tocca niente. O si modifica in modo sensato l'Italicum o io non voto più sì sulla legge elettorale e di conseguenza sulle riforme perchè il combinato disposto crea una situazione insostenibile per la democrazia". Oggi - spiega Bersani in Transatlantico - tanti deputati hanno dato un'ulteriore prova di responsabilità confidando sulla possibilità di migliorare la legge perchè per noi doveva rimanere aperta la discussione sull'art.2 sulla composizione del Senato. Si è detto che se no il patto del Nazareno implodeva e quindi si è blindato il testo ma noi pensiamo che su questo punto si debba tornare". Per l'ex leader Pd, però, la riforma istituzionale è "nel campo del pensabile ma se la si unisce al modello dell'Italicum, un modello iper-maggioritario con parlamentari per lo più nominati e senza che si capisca chi li nomina. Così si entra nel campo dell'impensabile e non ci può essere disciplina di partito che tenga".

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