Il nuovo terremoto giudiziario che inguaia ancora una volta il gruppo imprenditoriale dei fratelli Mollica di Piraino e Gioiosa Marea, s’è palesato dopo mesi d’indagine intorno alle cinque di ieri mattina a Roma, quando i finanzieri del nucleo di polizia tributaria hanno citofonato nell’elegante appartamento capitolino dove da tempo risiedeva il 54enne Pietro Tindaro Mollica, per eseguire uno dei due provvedimenti cautelari emessi dal gip del Tribunale di Roma, nell’ambito dell’operazione “Variante inattesa”. Ma Pietro Mollica, attivo nel settore delle opere pubbliche su scala nazionale, tanto da avere vinto nel tempo appalti per centinaia di milioni di euro, è solo uno dei personaggi coinvolti nell’inchiesta. Ci sono in tutto una ventina di indagati. Oltre al suo arresto le Fiamme Gialle per tutta la giornata di ieri hanno infatti eseguito un grosso sequestro di beni per circa 108 milioni di euro e decine di perquisizioni in tutta Italia, comprese alcune sedi storiche d’impresa in Sicilia tra Brolo, Gioiosa Marea e Piraino, in provincia di Messina, da dove il gruppo Mollica è storicamente partito negli anni ’80, per poi espandersi a livello nazionale e impiantare la sede operativa a Roma, una volta superata la bufera di Tangentopoli, tra inchieste e processi. L’operazione denominata “Variante inattesa” è partita dopo l’esito di complesse indagini coordinate della Dda di Roma e svolte dal nucleo di polizia tributaria della Capitale, che hanno consentito di accertare reati di bancarotta fraudolenta per distrazione aggravata, estorsione ed interposizione fittizia. Le indagini si sono avvalse di intercettazioni telefoniche, accertamenti economico-patrimoniali e finanziari, acquisizioni documentali in enti pubblici, sopralluoghi, pedinamenti e audizioni. L’attività investigativa ha consentito di ricostruire l’operatività del gruppo capeggiato da Pietro Tindaro Mollica, amministratore di fatto delle aziende destinatarie del provvedimento di sequestro, anche se fittiziamente intestate a prestanome, ovvero parenti o soggetti terzi, le classiche “teste di legno”. E ricostruendo le vicende gestionali del Consorzio Aedars Scarl con sede a Roma, i finanzieri hanno tra l’altro accertato che, nel corso del decennio 2003-2013, Mollica si è aggiudicato una serie di importanti appalti pubblici, su scala nazionale, tra cui spiccano le commesse, ancora in fase di esecuzione, indette dall’Ufficio del Commissario straordinario delegato per il rischio idrogeologico nella Regione Calabria, e poi da Adr-Aeroporti di Roma Spa, Anas Spa-Sicilia, Regione Sardegna, Provincia di Reggio Calabria, Provincia di Siracusa, Comune di Sessa Aurunca (Ce), Comune di Rosarno (Rc) e Comune di Ciampino (Rm). Il valore attuale degli appalti già vinti è pari ad oltre 118 milioni di euro. È stata accertata la riconducibilità a Mollica anche delle società Fracla S.p.a. (già Fracla S.r.l.), con sede a Roma e Operae S.r.l, con sede a Venezia, aziende peraltro consorziate alla Aedars e anch’esse attive negli appalti pubblici. Sono emerse responsabilità di Mollica anche per altri episodi d’estorsione e bancarotta fraudolenta, conseguenti al fallimento della Trivella S.r.l. (già consorziata dell’Aedars), dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Roma il 9 febbraio 2012. A latere del provvedimento cautelare in carcere per Mollica, i finanzieri hanno effettuato il sequestro preventivo del 75% di fondo consortile e intero complesso aziendale e beni del Consorzio stabile Arders di Roma (composto da 5 partecipazioni societarie, due unità immobiliari a Patti, 5 tra auto e moto, contratti in essere con le Stazioni pubbliche appaltanti, pari a 117.286.835 euro); capitale sociale, intero complesso aziendale e tutti i beni della Fracla S.p.a. di Roma (composto da 2 partecipazioni societarie e 8 unità immobiliari, a Piraino e Varese); capitale sociale, intero complesso aziendale e tutti i beni della Operae S.r.l. di Venezia (composto da 2 unità immobiliari a Brolo, 2 partecipazioni societarie, contratti in essere con le Stazioni Pubbliche Appaltanti, pari a 1.052.881 euro). Nella giornata di ieri sono state anche eseguite ben 24 perquisizioni tra Lazio, Sicilia e Veneto, nei confronti di 14 indagati e delle aziende destinatarie dei provvedimenti di sequestro, con contestuale notifica delle informazioni di garanzia.
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