Per il punto nascita chiuso a Lipari su cui il Comune aveva fatto ricorso il Cga dà ragione alla Regione che aveva fatto appello dopo che il Tar si era pronunciato a favore del ricorrente. Il Cga ha anche tenuto conto dell'intervento effettuato da alcuni cittadini di Lipari (Silvia Carbone + 39), rappresentati dall'avvocato Paolo Intilisano del Codacons di Messina, teso a valorizzare la circostanza che l'evento del parto costituisce una componente identitaria ed esistenziale della popolazione. Il Cga, però, pur ritenendo "del tutto comprensibile l'aspirazione a vedere i propri figli nati sull'Isola di Lipari e il disagio, personale e familiare, che può accompagnarsi alla programmazione del parto necessariamente in un posto diverso "ritiene che nel caso di specie tali esigenze - riconosciute anche dal Consiglio di Stato - siano recessive poiché - si afferma in sentenza - non sarebbe garantita la sicurezza del parto. La sentenza, però, lascia uno spiraglio in quanto afferma "il che non toglie che, al mutare delle condizioni date, ossia potenziandosi le strutture sanitarie esistenti sull'isola e quindi contemperando le aspirazione dei residenti sull'isola con le esigenze di sicurezza, la scelta possa essere riveduta, sulla scorta della proposta, riferita più in generale alla situazione che accomuna tutte le isole minori, attualmente in discussione tra alcune regioni (e di cui la Sicilia è capofila) e i competenti ministeri, ma si tratta appunto di una prospettiva futura, che presuppone una valutazione di merito, e che esula dal presente giudizio".(ANSA).