Via libera del consiglio dei ministri al disegno di legge sulla scuola.
"Approvato in Consiglio Ministri il ddl #labuonascuola. Un impegno mantenuto e uno sfregio sanato: tornano la storia dell'arte e la musica". E' il tweet del ministro di beni culturali e turismo Dario Franceschini in chiusura del Cdm.
"Siamo riusciti dopo una lunga discussione a trovare un buon clima dentro il cdm, ora la palla al Parlamento, un testo realizzabile abbastanza rapidamente se il Parlamento lavorerà con il senso dell'urgenza". Così il premier Matteo Renzi al termine del cdm.
Si articola in dieci punti la riforma della scuola, ha spiegato Renzi in conferenza stampa a Palazzo Chigi, illustrando il ddl approvato dal governo con l'ausilio di slide colorate.
"Il preside sceglierà gli insegnanti dentro un albo, là dove c'è spazio che si libera. Il preside sceglie dentro l'albo dei docenti e individua la persona più adatta senza automatismi", ha detto il premier illustrando il ddl sulla scuola.
"La buona scuola mette al centro lo studente e i suoi sogni di essere anzitutto un cittadino. Parliamo di cittadini da offrire alla comunità. La scuola educa e forma cittadini, mettendoli in grado di portare il proprio senso di giustizia e di bellezza all'interno del proprio paese".
"La scelta dell'organico funzionale porta a superare il meccanismo delle classi pollaio", ha aggiunto il premier Renzi al termine del consiglio dei ministri che ha approvato il ddl sulla scuola.
"#labuonascuola non è più un'intenzione. E' un provvedimento che rende autonome le scuole. Adesso confidiamo nel Parlamento". Così il sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone, su Twitter dopo l'approvazione del disegno di legge sulla scuola in Cdm.
Sulla riforma della Rai "abbiamo avviato l'esame" del ddl in consiglio dei ministri. Così il premier Matteo Renzi al termine del consiglio dei ministri aggiungendo che la discussione continuerà nel prossimo cdm.
"Non abbiamo approvato il ddl. Lo presenteremo nel prossimo cdm, con Guidi, Giacomelli e Padoan", ha detto il premier conferenza stampa parlando della riforma della Rai. "Noi pensiamo alla Rai come a un'azienda che debba essere una delle più grandi imprese culturali d'Europa - ha aggiunto -. Siamo orgogliosi della Rai e vogliamo che competa all'esterno e non una Rai con il naso sull'auditel, ma capace di rappresentare un pezzo del paese. La Rai ha educato intere generazioni, ora deve essere un grande soggetto che porta per mano l'Italia".
Fuori la politica dalla Rai "non vuol dire che chi ha responsabilità politiche si debba tirare fuori dal controllo e dalla vigilanza, per questo non siamo per sorteggio che è l'abdicazione della politica: i più bravi devono guidare la rai", così Renzi a M5S per la scelta del Cda Rai.
"Occorre innanzitutto che non vi sia contiguità con partiti e forze politiche che porti tutti i giorni a dover discutere e valutare, sentendo membri della commissione di vigilanza e di partito. Questo non significa che le forze politiche non possano avere il compito di vigilare e di indicare le persone, ma significa che quando hai scelto chi controlla e guida, non è che per nominare un caporedattore devi entrare nella discussione".
"Immaginiamo un Cda della Rai più ristretto, la cui maggioranza sia eletta dal Parlamento in seduta comune e con un membro espressione dei dipendenti Rai". "Il governo crediamo abbia il dovere più che il diritto di individuare il capo azienda che deve passare dal voto di conferma del cda".
"Serve un chiaro progetto culturale e politico, il governo offrirà valutazioni ma il Parlamento sarà decisivo", ha detto il premier dopo l'avvio dell'esame in cdm del disegno di legge sulla Rai.
La riforma della Rai prevede una rete "senza pubblicità" destinata "alla cultura non in senso noioso e passatista ma come arricchimento della persona umana".
"Leggo stravaganti interpretazioni secondo cui Renzi - ha detto il premier - vuole mettere le mani sulla Rai. Non vogliamo mettere le mani sulla Rai, ma dare ossigeno all'azienda. Basterebbe andare al rinnovo del cda con la Gasparri per avere la maggioranza. Che venga fatta questa accusa a chi ha rinunciato anche a parlare con vertici Rai per non dare impressione di interferire è fuori dalla realtà".
"Sarebbe bello se il vertice della Rai fosse eletto dal Parlamento in seduta comune come si fa per il presidente della Repubblica". E' la via indicata dal premier Matteo Renzi per la scelta dei vertici di Viale Mazzini.