Il bilancio dell'attacco al museo del Bardo a Tunisi è di 19 morti, 17 turisti e due terroristi. Lo ha detto il premier tunisino Habib Essid, che ha aggiunto che ci sono anche italiani tra i morti e vittime tedesche, polacche e spagnole. "Le autorità tunisine hanno parlato di vittime di diversa nazionalità, tra cui italiane, ma noi prima di dare numeri vogliamo conferme molto concrete", ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
"Due italiani sono tra le vittime dell'attacco al museo del Bardo a Tunisi": lo twitta Hoda Abdel-Hamid, senior correspondent in inglese di Al Jazeera. Non c'è al momento conferma ufficiale della notizia. La Farnesina sta verificando e non ha al momento conferme. Abdel-Hamid è l'ultimo giornalista ad avere parlato di vittime italiane a Tunisi. Poco prima era stato un suo collega del Financial Times, Borzou Daragahi, a parlare sempre su Twitter, di un italiano morto, riprendendo informazioni che sono circolate per tutto il giorno sui media tunisini.
Otto italiani feriti durante l'attacco. La Farnesina comunica che sono un centinaio i connazionali messi in sicurezza.
Una coppia di ebrei romani è sfuggita all'attacco terroristico. Secondo quanto riferito dal portavoce della comunità ebraica di Roma Fabio Perugia, i due sono riusciti ad uscire dal museo prima che i terroristi prendessero gli ostaggi. Ora sono stati portati in un luogo sicuro dalle forze dell'ordine.
"Stiamo bene, ma non sappiamo nulla dei nostri amici": così i due ostaggi torinesi liberati al telefono con alcuni colleghi del Comune di Torino. Degli altri quattro ostaggi, al momento, ancora nessuna notizia.
Alcuni italiani sarebbero stati feriti durante l'attacco. La Farnesina comunica che sono un centinaio i connazionali messi in sicurezza.
Il presidente del consiglio Matteo Renzi condanna con fermezza gli atti criminali di Tunisi che vedono, purtroppo, coinvolti anche cittadini italiani ed esprime vicinanza al governo ed alle autorità tunisine di fronte ad un attacco tanto sanguinoso ed alla minaccia terroristica in Africa e nel mondo.
"E' in moto la macchina dell'unità di crisi della Farnesina, cui invitiamo di far riferimento le persone che hanno parenti in Tunisia". Così il premier Matteo Renzi parlando nell'Aula della Camera