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Cutroni Zodda, chiusura immediata di tutte le sale operatorie

 La semplice assenza di un anestesista provoca la chiusura immediata a tempo indeterminato delle sale operatorie dell’ospedale “Cutroni Zodda” di Barcellona. Chiusura deliberata nell’indifferenza generale da un primario e non dalla direzione sanitaria dell’Asp o più semplicemente del presidio. All’ospedale di Barcellona accade anche questo. Da oggi infatti e fino a data incerta le sale operatorie resteranno chiuse e non sarà possibile effettuare tutti gli interventi programmati. A pagare saranno sempre i pazienti che dovranno subire un rinvio a data da destinarsi. Assicurati invece solo gli interventi chirurgici d’urgenza. Per il resto solo rinvii. A cominciare da stamani con il rinvio in massa degli interventi programmati dai medici dell’Unità operativa di urologia i cui pazienti dovranno ancora aspettare e non si sa ancora per quanto. Non vi è certezza al momento sulla data in cui tornerà la normalità. E quel che è peggio nessuno ancora una volta, tanto meno i vertici dell'Asp di Messina, si sono preoccupati di comunicare l'ennesimo disservizio ai pazienti che apprenderanno già da oggi la decisione estemporanea di rinviare l’ingresso nelle sale operatorie. Il silenzio prima e adesso l’assenza totale della politica che appare disinteressata al presente e al futuro dell’ospedale “Cutroni Zodda”, consente un sistematico smantellamento della struttura sanitaria. Eppure il direttore generale dell'Asp Gaetano Sirna più volte aveva rassicurato sia gli operatori sanitari, ma anche il sindaco Maria Teresa Collica e i consiglieri comunali che nel primo semestre del 2015 doveva essere avviato il potenziamento della struttura con il trasferimento dei reparti dell'area medica che da Milazzo erano stati destinati a Barcellona. Invece si è registrato l’effetto contrario. Interruzioni improvvise nei servizi ospedalieri, ultimo il fermo forzato per un guasto alla Tac, la mancanza di posti letto e adesso la chiusura delle sale operatorie che già ieri –per le difficoltà organizzative – hanno rallentato l'attività dell’Unità operativa di chirurgia i cui medici hanno operato con estrema difficoltà a causa dei disagi.

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