L’ultimo gesto di amore di Santa. E della sua famiglia. Non ci hanno pensato un attimo, uno sguardo e un “sì” deciso. L’avrebbe fatto anche lei, mamma dolcissima che conosceva il valore della vita. Di quella vita che si è spenta d’improvviso a causa di un destino infame che se l’è portata via per una emorragia cerebrale; di quelle vite che sono tornate ad avere un domani. Gli occhi di Santa vedranno ancora i colori del mondo, il fegato e i reni aiuteranno altre persone ad avere un’esistenza migliore. Al marito, ai quattro figli, agli altri parenti rimarrà il ricordo di Santa e l’orgoglio di un gesto di cui è capace solo chi ha davvero compreso il valore della vita e dell’amore. Un gesto che cancella l’egoismo, un gesto che ancora in pochi hanno il coraggio di fare. Santa Mantarro, 60 anni appena compiuti, messinese, è morta nella tarda serata di mercoledì dopo dieci giorni di ricovero. Si era sentita male sul posto di lavoro, era dipendente del supermercato Despar di via Carlo Botta a Messina, e immediatamente è stata ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Milazzo, l’unico che in quel momento aveva il posto libero. Dieci giorni di cure sino a quando è arrivata la resa: morte cerebrale. A quel punto la comunicazione ai familiari che, seppur distrutti dal dolore, hanno subito ricordato che la loro mamma alcuni anni addietro si era iscritta all’Aido perché voleva – se si fosse verificato quello che poi purtroppo è accaduto – chiudere il suo rapporto col mondo terreno con un gesto di altruismo. E così, in lacrime, il marito Giovanni e i quattro figli Mimma, Francesca, Gianfranco ed Emanuela hanno detto sì. La commissione tecnica per l’accertamento della morte assieme alla referente del coordinamento locale per le donazioni di organi e tessuti dell’Asp 5 di Messina, Rossana Panasiti, ha così avviato le procedure sotto la supervisione del direttore sanitario del “Fogliani”, Licia Emanuele. La speciale équipe che si occupa del prelievo degli organi con l’assistenza del primario del reparto di rianimazione Orazio Pagano e dei medici Margherita Scibilia e Carlo Mormina ha proceduto al prelievo del fegato andato all’Ismett di Palermo, dei due reni (uno al Civico di Palermo e l’altro al Policlinico di Catania), mentre le cornee sono state inviate alla banca degli occhi di Palermo dopo l’intervento dell’équipe oculistica del presidio mamertino diretta dal dottor Marcello Prantera. La morte che regala dunque la vita. «Da diversi anni a Milazzo non si verificavano prelievi di organi da donare – spiega la dottoressa Panasiti – e siamo felici che il nostro presidio ospedaliero abbia rappresentato un supporto importante per quella che ritengo sia una delle più potenti conquiste della scienza, quella del trapianto d'organi, capace di trasformare la fine terrena di un essere nella risorsa per la sopravvivenza di un altro. In Sicilia oggi la cultura della donazione è cresciuta notevolmente grazie anche all’attenzione che i singoli ospedali riservano, formando gli operatori e dando loro gli strumenti necessari per riconoscere e segnalare i casi di possibili donatori».
Caricamento commenti
Commenta la notizia