
Latitante: uno status da sbandierare, da rivendicare con forza in certe occasioni. L’etichetta che si portava dietro Giuseppe Saverio Baratta, il quarantunenne originario di Termini Imerese ma residente a Brolo, acciuffato dai carabinieri a Milazzo, è diventata così importante da spingere alcuni parenti ad ostentarla. Così, hanno fatto preparare una torta per il 19 marzo (giorno della cattura di Baratta), con la seguente frase: “Buon compleanno latitante”. Il 41enne, in realtà, in quella data “celebrava” pure l’onomastico e la festa del papà. Ma il blitz dei militari dell’Arma hanno rovinato il clima gioviale nella casa sul lungomare di Vaccarella, dove si erano recati appositamente i familiari da Brolo per trovare il loro caro e no n fargli mancare affetto e vicinanza. Ieri, i carabinieri della Compagnia di Patti, guidati dal capitano Lorenzo Buschittari, hanno estrapolato la fotografia della torta pubblicata sul profilo Facebook di uno dei parenti dell’ex latitante. Assieme al materiale contenuto in un pc sequestrato nell’alloggio di Milazzo ed altro materiale requisito in abitazioni di Brolo sarà oggetto di attenti riscontri, per capire chi, in realtà, abbia scattato l’istantanea. Giuseppe Saverio Baratta, ritenuto in passato legato al clan dei Tortoriciani, nel frattempo si trova rinchiuso nella casa circondariale di Messina Gazzi, dove deve scontare un residuo pena di 4 anni e 8 giorni per associazione di stampo mafioso. I carabinieri gli hanno già notificato la sentenza definitiva della Corte di Cassazione, provvedimento che non aveva mai ricevuto poiché si era dato alla macchia lo scorso mese di luglio.
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