Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Tunisia, i suprestiti
rientrati in Italia

Non parlano volentieri, e c'è ancora paura negli occhi dei passeggeri che sono sbarcati dalla nave da crociera Msc Splendida alla Stazione Marittima nel porto di Genova, dopo aver toccato Barcellona e Marsiglia, reduci dall'attacco di Tunisi. "Ero a 15 metri dalla sparatoria, ero su un taxi e non sul bus - spiega Geofrey, inglese di 55 anni - abbiamo evitato la strage davvero per 5 minuti. Eravamo molto scioccati, ma ora stiamo bene". Insieme a lui sono scesi anche francesi, giapponesi e inglesi. Tra loro anche un francese dell'isola della Riunione: "ero in Avenue Bourghiba, ho saputo che cosa era successo solo quando sono tornato sulla nave". Tra i turisti, che hanno via via raggiunto i pullman che li condurranno alle destinazioni finali, alcuni vogliono ringraziare l'equipaggio della Msc Splendida come fa una inglese, Corinne, che racconta "l'equipaggio è stato fantastico, il comandante il giorno dopo ci ha radunato ed ha risposto a tutte le domande. A bordo eravamo tutti scioccati, anche se per fortuna io non ero coinvolta direttamente, avendo optato per una visita alla Medina".

Aperta camera ardente a Torino 
E' stata aperta stamani a Torino, nella Sala delle Colonne del municipio, la camera ardente per le due vittime torinesi della strage di Tunisi. Prima dell'apertura si era formata una coda di alcune decine di persone. Davanti a Palazzo Civico gli amici di Antonella Sesino hanno affisso uno striscione con la scritta "4 angeli volati in cielo. Il nostro cuore le vostre ali. San Mauro nel dolore. Ciao Antonella!".

Testimone, ci hanno inseguito nel museo 
"Ero appena sceso dal pullman 27 quando ho sentito i primi colpi di mitra. La signora dietro di me è morta con un colpo nel collo e io, con la mia guida, sono scappato dentro il museo inseguito dai terroristi sparavano in continuazione". Lo ha detto Massimo Zanarini, uno dei passeggeri di Costa Fascinosa rimasto coinvolto nell'attentato al museo del Bardo a Tunisi. "Siamo scappati mentre ci inseguivano sparando, ho sentito l'esplosione di una granata e ci siamo salvati sfondando una porta e trovandoci di fronte all'ingresso della Camera dei deputati tunisina e di un posto di polizia".

Scampata a strage, un ragazzo mi ha salvato la vita 
 "Ero sul pullman quando un ragazzo di Roma ha urlato 'stanno sparando, buttati giù' e così facendo mi ha salvato la vita". Lo ha detto Elisabetta Ravera, una delle passeggere di Costa Fascinosa rimasta coinvolta nell'attentato davanti al museo del Bardo a Tunisi. Elisabetta racconta di essersi "buttata a terra, sentivo i colpi di kalashnikov venire sempre più vicini e a un certo punto un colpo mi ha assordato".

"Noi ci siamo salvati per caso perché la nostra guida ci ha fatto fare tutta un'altra strada. Ma fate attenzione, ci sono persone che raccontano cose non vere". Lo ha detto una signora romana appena sbarcata da Costa Fascinosa, la nave da crociera che ha perso 6 passeggeri nella strage di Tunisi. "Devo ringraziare Dio che ci è andata bene - ha detto la donna -. Abbiamo saputo di quanto era successo appena rientrati sulla nave. Ma vi avverto che ci sono persone che dicono di essere state coinvolte nella sparatoria e invece erano con noi. Dovrebbero vergognarsi - ha detto commossa - per quei nostri compagni di viaggio che non ci sono più".

Passeggero Costa,non siamo scesi grazie a mio figlio
Noi non siamo scesi perché mio figlio di 11 anni, che si era documentato su internet, aveva paura dell'Isis". Lo ha detto Francesco Rufino, figlio dell'ex senatore Giancarlo, appena sceso da Costa Fascinosa, la nave da crociera che ha perso 6 passeggeri nell'attentato di Tunisi. "I miei figli non volevano scendere e così siamo rimasti sulla nave - ha detto Rufino -. Abbiamo parlato con chi è tornato sulla nave ed era terrorizzato tanto che non avevano voglia di aprirsi. Costa ha fatto il possibile, siamo stati assistiti dagli psicologi, ma sono stati momenti terribili. Possiamo dire che a noi è andata bene".

 

Tunisia media, terroristi appartenevano a gruppo vicino Isis  
I due terroristi uccisi dalle forze speciali tunisine durante il blitz al museo del Bardo farebbero parte del gruppo tunisino Katibat Okba Ibn Nafaa, diretto dall'algerino Lokman Abou Sakher, che - a quanto sembra - avrebbe dichiarato da pochi mesi, fedeltà allo Stato Islamico (Isis), dopo essere stato legato ad Al Qaida Maghreb. E' quanto emerge dalle prime indagini delle autorità tunisine secondo quanto trapela sui media locali. Il grupo Katibat Okba Ibn Nafaa, distintosi in passato per azioni particolarmente violente contro le forze armate come quella del luglio 2013, che costò la vita a nove soldati, e quella del luglio 2014 dal bilancio tragico di 14 soldati morti e 23 feriti, fa capo a Lokman Abou Sakher con cui i due avrebbero avuto contatti prima dell'attentato e da cui avrebbero avuto le armi pesanti per l'attacco. Il gruppo tunisino che si avvale anche di elementi algerini, opera principalmente nei pressi del monte Chaambi, nel governatorato di Kassserine.

Altri 20 arresti, spunta video dei terroristi al museo - I due terroristi che entrano al museo del Bardo armati di kalashnikov pochi minuti prima di compiere la strage che ha causato la morte di 21 persone, tra cui quattro italiani. Le immagini sono contenute in un video delle telecamere di sicurezza pubblicato in esclusiva dal ministero dell'Interno tunisino sulla sua pagina Facebook. Nel video di circa 1 minuto Jabeur Khachnaoui e Yassine Laabidi, la testa nascosta nel cappuccio della felpa e in un cappellino da baseball, si aggirano circospetti per il museo che sembra deserto. Alla fine del filmato si vedono le foto dei cadaveri dei due terroristi uccisi nel blitz delle forze dell'ordine. Sono terminate le autopsie dei quattro italiani uccisi nell'attacco al museo del Bardo di Tunisi. Gli esami autoptici sono stati eseguiti al policlinico Gemelli di Roma. A coordinare l'equipe di medici e tecnici il direttore dell'istituto di Medicina legale Vincenzo Pascali.

Sono rientrate in Italia le salme di Orazio Conte, Giuseppina Biella, Francesco Caldara e Antonella Sesino, gli italiani rimasti uccisi a Tunisi. Il Boeing 767 li ha riportati a Roma Ciampino, insieme ad alcuni familiari. Ad accoglierli Matteo Renzi. "Ho condiviso con loro il dolore e l'abbraccio di tutta l'Italia": così il premier su twitter.

Mentre Renzi si intratteneva con i familiari delle vittime – l'incontro è durato quasi mezz'ora - dal Boeing 767 sono state fatte scendere le bare. Le quattro salme sono state allineate davanti alla palazzina di rappresentanza dell'Aeronautica Militare, dove due carabinieri hanno svolto il servizio d'onore. Qui il parroco ha impartito la benedizione ad ognuno dei 4 feretri. Subito dopo il mesto corteo ha lasciato l'aeroporto di Ciampino, diretto a Roma dove, nell'istituto di medicina legale del Policlinico Gemelli, sono in corso le autopsie. Dopo il pm firmerà il nulla osta per il rimpatrio nelle città di origine.

Oltre 20 persone arrestate e un mandato di cattura - Oltre 20 persone sospettate di essere militanti dell'Isis o di avere legami con il terrorismo islamico sarebbero state arrestate in Tunisia, nel corso delle indagini sull'attacco al museo del Bardo. Lo riferiscono diversi media americani citando fonti delle autorità tunisine. Mandato di cattura nei confronti di un terrorista: si tratta di Maher Ben Mouldi Gaydi. Lo ha diramatoi il ministero dell'Interno tunisino invitando i cittadini a trasmettere alle autorità ogni informazione utile al suo rintraccio, qualificandolo come persona estremamente pericolosa e capace di compiere altri atti come quello di mercoledì scorso al Bardo.

Il Viminale: rischio emulazioni in Italia - Dopo l'attentato di Tunisi non è possibile escludere azioni emulative in Italia. E' quanto scritto in una circolare del Dipartimento di Pubblica Sicurezza nella quale si invitano gli organismi di sicurezza a "sensibilizzare ulteriormente" le misure di vigilanza a sedi diplomatiche tunisine e ai siti sensibili.

Caricamento commenti

Commenta la notizia