Era il 23 marzo 1992 e la comunità di Amantea dovette misurarsi con un dolore mai conosciuto prima: il comandante della stazione dei Carabinieri Achille Mazza venne ucciso da un colpo di arma da fuoco nel pieno adempimento del suo dovere. In molti ricordano quell’episodio avvenuto nelle vicinanze dello stadio comunale, nei pressi di una palazzina adibita ad alloggi popolari. Il maresciallo Mazza, 52 anni, si era recato sul posto per sedare una lite nata da futili motivi e che aveva coinvolto un uomo di 48 anni, Garibaldi Forte, all’epoca dei fatti soggetto già noto alle forze dell’ordine. Il militare aveva più volte invitato tutti alla calma e alla ragione e mai si sarebbe aspettato quel colpo calibro dodici che lo tolse all’istante all’affetto della comunità e soprattutto della famiglia. Ciò che non è stato spezzato è il ricordo dell’Arma dei Carabinieri. Davanti alla stele posizionata nei pressi del luogo teatro dell’angosciosa storia, i militari della Benemerita, le autorità civili, i familiari e soprattutto i bambini delle scuole hanno reso omaggio al ricordo di colui che ha cercato la strada del dialogo e non quella della violenza. Nel corso della commemorazione, cui hanno preso parte il colonnello Giuseppe Brancati del Comando provinciale di Cosenza, il capitano Antonio Villano della Compagnia di Paola, il maresciallo Massimiliano Diamanti della stazione di Amantea e i reggenti delle altre caserme del comprensorio, non sono mancati i momenti di commozione. Presenti la moglie di Achille Mazza, Ottavia Cardia e la figlia Rosaria. Presenti all’appuntamento il sindaco Monica Sabatino ed il vice Giovanni Battista Morelli che hanno voluto così far rilevare, ancora una volta, l’affetto della collettività che si rafforza di anno in anno. «Il pensiero – ha spiegato il primo cittadino – non è solo per i familiari, ma anche per i bambini che partecipano alla cerimonia e che comprendono quali sono gli esempi positivi da perseguire e da imitare. In questo caso l’apporto della scuola è di vitale importanza, poiché trasferisce non sola la positività di un sentimento, ma anche l’energia vitale che esso porta con sé. Ecco perché di anno in anno rinnoviamo questo appuntamento: segno tangibile di amore universale verso gli altri». Anche il colonnello Brancati ha voluto ricordare la figura del maresciallo Mazza definendolo “un fiore reciso troppo in fretta”. «I Carabinieri – ha rimarcato Brancati – sono una grande famiglia e come tale si comportano nelle avversità della vita. Ricorderemo sempre Achille Mazza, non solo per quello che ha fatto in servizio, ma anche per quello che ha rappresentato per la moglie ed i figli e per la città che lo aveva adottato». La commemorazione si è poi conclusa con la deposizione di una corona di fiori ed i saluti militari. Presenti anche i rappresentanti della Guardia Costiera, della Polizia Municipale, della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale dello Stato.
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