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"La Tunisia non è sola
Uniti contro il terrore"

A Tunisi la marcia internazionale contro il terrorismo. In migliaia sono partiti dalla piazza del raduno, Bab Saadoun. "Stessa lotta a Copenaghen Parigi e Tunisi", "basta odio e morte", sono alcuni degli slogan e degli striscioni dei manifestanti. Al corteo anche i leader mondiali, tra i quali il premier Matteo Renzi e il presidente francese Francois Hollande.

Il presidente francese, François Hollande, è arrivato al parlamento tunisino, accolto dal presidente Beji Caid Essebsi, che lo ha calorosamente abbracciato. Poco prima era arrivato anche il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen. La presenza dei leader mondiali a Tunisi, tra cui Matteo Renzi, è protetta anche da cecchini sui tetti degli edifici attorno al Parlamento ed elicotteri in volo.

Il premier Matteo Renzi e il presidente francese, Francois Hollande, hanno deposto una corona di fiori alla stele in memoria delle 22 vittime dell'attacco al museo del Bardo. Nella capitale tunisina sono presenti diversi leader mondiali che hanno preso parte alla marcia contro il terrorismo.

Renzi, non lasceremo il futuro in mano agli estremisti - L'Italia è insieme alla Tunisia "nella battaglia difficile per la democrazia". Lo ha detto il premier Matteo Renzi parlando a Tunisi alla marcia contro il terrorismo. "Non lasceremo il futuro in mano agli estremisti", ha aggiunto il premier. L'attentato al museo del Bardo, ha detto ancora il premier, è "una ferita terribile, che squarcia la storia anche di alcune famiglie italiane".

 

Boldrini, corteo bellissimo, Italia solidale - "E' una marcia bellissima. Il popolo tunisino è sceso in piazza contro il terrorismo. Noi siamo qui per esprimere solidarietà e rafforzare il processo democratico". Lo ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini, alla marcia di Tunisi. 

Una delle turiste francesi rimaste ferite quel 18 marzo è morta ieri facendo salire il bilancio a 22 morti, più i due attentatori.

L'imponente cordone di sicurezza era visibile già ieri, con le arterie nei pressi di Avenue Bourghiba isolate, complice un corteo del Social Forum pro-Palestina che ha sfilato per le vie della capitale.

I leader stranieri, Matteo Renzi, François Hollande e Abu Mazen tra gli altri, sono attesi in mattinata nella capitale.

Nel centro di Tunisi la vita scorre tranquilla, con i caffè affollati, coppie, famiglie e tanti giovani che passeggiano.

"Il terrorismo e l'Isis non hanno nulla a che fare con l'Islam", spiegano in tanti, uomini e donne. "E' stato orribile", sottolinea una ragazza: "Vogliamo la pace, e dovremmo combattere tutti insieme, uniti, contro il terrorismo". Lei, come gli altri della sua generazione che quasi gridano: "Non abbiamo paura, nessuno deve avere paura. Sono i nostri nemici".

"Presumo che il governo stia facendo tutto quanto possibile per evitare problemi domani", dice invece Hamdi, reduce anche lui dagli incontri del Social Forum. "Se accadesse qualcosa sarebbe un suicidio politico".

"Quelli dell'Isis qui non trovano spazio. Forse possono averlo in Afghanistan, in Iraq. Ma non qui in Tunisia, un Paese pacifico di gente pacifica", afferma Mohamed, mentre poco lontano sfrecciano blindati dell'esercito e della polizia.

Alessia, 30 anni, vive a Tunisi dal 2013: "E' stato un attentato 'nuovo'. Prima venivano colpite le forze di sicurezza. Mai i civili, né tantomeno i turisti stranieri". A suo giudizio la reazione dei tunisini è stata "forte, positiva, tante persone non si sono fatte intimorire". Al Social Forum, in questi giorni, "hanno partecipato 50mila persone". C'è solo un unico neo: "Non è stato dichiarato il lutto nazionale, come invece è avvenuto per la morte del re saudita. Questa è una cosa che mi colpisce, purtroppo negativamente".

A Tunisi è arrivata anche la presidente della Camera, Laura Boldrini. "Quella contro il terrorismo è una battaglia senza frontiere, nella quale bisogna sempre avere riguardo per la libertà", ha detto dopo l'incontro con il presidente del parlamento Mohamed Ennaceur. "E' necessario offrire un'alternativa ai giovani che scelgono la jihad, una vera e propria piaga sociale", ha aggiunto, sottolineando che "la Tunisia ha avviato un percorso di democratizzazione dal 2011 che deve essere sostenuto da tutti i Paesi europei, in primis dall'Italia". Poi la visita al Bardo, dove ha deposto una corona di fiori in memoria delle vittime. All'interno, i fori dei proiettili sono ancora ben visibili: "E' impressionante. Mi auguro che venga preservata questa memoria, la memoria di questi proiettili, di questa furia".

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