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Direzione nazionale su
Italicum-riforme

E' iniziata, al Nazareno, la Direzione Nazionale del Pd su legge elettorale e riforme. Assente Massimo D'Alema per un evento della Fondazione Italianieuropei inserito in agenda precedentemente alla convocazione della Direzione. Presenti, invece, il capogruppo Pd Roberto Speranza, Gianni Cuperlo, Pippo Civati. Pierluigi Bersani, come anticipato ai cronisti a margine del convegno del Nens, arriverà appena possibile.

Nervi tesi nel Pd in vista della direzione di oggi pomeriggio alle 16 sull'Italicum. Una riunione convocata dal premier Matteo Renzi per blindare la riforma alla quale ha voluto imprimere una forte accelerazione per arrivare all'ok prima delle regionali evitando un nuovo passaggio al Senato dove i numeri sono sempre in bilico. Il testo torna in Aula a Montecitorio il 27 aprile. La minoranza chiede interventi in particolare sul premio di maggioranza (lo vorrebbe alla coalizione e non alla lista) e sui capilista bloccati (un sistema - accusano - che di fatto non fa superare il vero nodo del Porcellum: quello dei parlamentari nominati). Ma l'opposizione Pd si presenta a ranghi sparsi.

Pippo Civati fa un appello a non partecipare al voto di oggi in direzione e a fare un unico intervento. Alfredo D'Attorre fa invece sapere di voler partecipare alla discussione e di avere pronti un pacchetto di emendamenti per poche, mirate modifiche al testo.

Pier Luigi Bersani difende il ruolo del segretario"La sintesi tocca a lui" ma lo invita a evitare aut aut.

"Credo che sia sbagliata una forzatura sul voto. Io non parteciperò". Lo dice Stefano Fassina arrivando alla direzione del Pd e rispondendo a chi gli chiede del dibattito interno al partito sull'Italicum.

"Riproporrò la necessità di cercare fino all'ultimo una mediazione per alcune modifiche alla legge elettorale": se questa apertura non ci sarà, Area riformista non parteciperà al voto della Direzione. Lo spiega il capogruppo Pd Roberto Speranza, interpellato all'uscita dalla Camera. Fonti di Area riformista sottolineano che la richiesta a Renzi è di modifiche alla legge elettorale e non sarebbe eventualmente considerata sufficiente un'apertura sulla riforma costituzionale.

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