Un video della sexy superstar di Bollywood Deepika Padukone, in cui si proclamano diritti delle donne, compreso quello di "avere relazioni sessuali extramatrimoniali", ha sollevato un acceso dibattito sui social indiani sullo sfondo di quella che appare una sfida a molti in un Paese per molti versi tradizionalista. In poco tempo, il filmato che si intitola 'My Choice' ('La mia scelta') è stato visto da tre milioni di persone e ha scatenato una marea di reazioni, compreso una 'contro-video' maschile a favore della fedeltà coniugale. L'iniziativa è stata promossa dall'edizione indiana del mensile Vogue ed è dedicata - secondo le intenzioni - a creare una 'coscienza' femminista nel Paese che da alcuni anni è alla ribalta della cronaca per le violenze contro le donne e le bambine. Il video del regista Homi Adajania, in bianco e nero e di circa due minuti e mezzo, raffigura 99 donne giovani e meno giovani in diversi atteggiamenti e comportamenti. Le immagini sono intervallate da quelle dell'avvenente attrice che proclama con grande determinazione le loro libertà di scelta e indipendenza. La 29enne Padukone, che di recente ha ammesso pubblicamente di essere stata in cura per depressione, critica quella che definisce la mentalità 'ottusa' degli uomini sull'aspetto esteriore e sulle scelte di vita delle donne. "E' una mia scelta di sposarmi o di non sposarmi - dice in una sorta di manifesto - di avere relazioni sessuali prima del matrimonio o fuori dal matrimonio. Oppure di non averne". E poi: "è una mia scelta di vivere la mia vita come voglio, di indossare gli abiti che mi piacciono, di decidere del mio corpo come voglio, quando devo sposarmi e se voglio essere eterosessuale o lesbica". Le dichiarazioni, giudicate scioccanti da più parti in una società come quella indiana ancora molto conservatrice in materia di sesso, hanno suscitato numerosi commenti negativi sui social. Alcuni hanno definito il video come un'operazione pubblicitaria 'glamour' della Padukone e di Vogue destinata a un pubblico elitario. Altri lo hanno criticato, denunciandone in alcuni casi una visione riduttiva e banalizzante dell'emancipazione femminile.