Continua ad aumentare la tensione tra russi ed americani nei cieli d'Europa. Un caccia russo Su-27 partito dalla base russa di Kaliningrad martedì scorso ha rischiato la collisione sul Baltico con un aereo spia americano, un ricognitore Rc-135U disarmato, sfrecciandogli davanti "a 20 piedi", ovvero ad appena sei metri, con una manovra "non professionale e non sicura". Insomma, una bravata. Denunciata dalla portavoce del Pentagono, Eileen Lainez, annunciando che Washington avrebbe chiesto spiegazioni sull' incidente "attraverso gli appropriati canali diplomatici ed ufficiali". Mosca però ha minimizzato, sostenendo che "non c'è stato alcun pericolo" e che stavolta era l'aereo americano a volare senza transponder. Secondo la ricostruzione americana, martedì mattina l'aereo americano, un Boeing 707 attrezzato per la sorveglianza elettronica e la raccolta di informazioni, "è stato intercettato nello spazio aereo internazionale" in modo "spericolato". Da Mosca il generale Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa di Mosca, ha ribattuto che era l'aereo americano di volare "con il trasponder spento" ed in direzione dello spazio aereo russo su Kaliningrad. Dopo i voli dei bombardieri strategici russi con capacità nucleare lungo le coste britanniche e nel Mar Nero, l'ultimo incidente non fa altro che allungare la lista delle provocazioni. Sono "già oltre 40 le intercettazioni" di voli russi nel 2015, osservano alla Nato. Una contabilità da guerra fredda, mai vista da oltre un quarto di secolo sul confine orientale dell'Alleanza Atlantica. Lo scorso anno, osserva la portavoce della Nato Oana Lungescu, per intercettare voli russi gli aerei alleati sono decollati in allarme scramble "oltre 400 volte", di cui "oltre 150" sui cieli dei paesi baltici. Le attività militari russe ai confini della Nato, aggiunge la portavoce, non solo sono "aumentate in quantità e complessità" e nel 2015 "continua il trend" ma - osserva - "è soprattutto la natura dell'attività aerea russa ad essere cambiata". Ora è diventata "molto più 'assertiva'". Un mostrare i muscoli, e testare le capacità di risposta dell'Alleanza, che da una parte "preoccupa gli alleati" per "i pericoli all'aviazione civile" dall'altra "fa porre domande sui tempi, sui luoghi, sul tipo di aerei e di gruppi di aerei che volano attorno alle frontiere aeree della Nato". Perché avviene "in un contesto di ambiente di sicurezza drammaticamente cambiato, a causa della violazione del diritto internazionale avvenuta con le azioni aggressive in Ucraina". E negli Usa si teme che il confronto si sposti vicino alle frontiere americane. Di recente non ci sono state intercettazioni sul lato del Pacifico, osservano fonti del Pentagono, ma "questo significa che probabilmente avremo presto un 'incontro' aereo". E l'ammiraglio William Gortney, capo del Comando settentrionale Usa citato da siti specializzati, osserva che "i russi hanno sviluppato capacità militare molto maggiori di quelle dell'Unione Sovietica". Aggiungendo che la Russia "ci sta mandando il messaggio che loro sino una potenza globale, simile a noi con la loro aviazione di lungo raggio".