di Mario Primo Cavaleri
Scartabellando qualche brochure di buoni propositi, quelle che i politici distribuivano soprattutto in campagna elettorale (ora si limitano agli annunci... meglio astenersi dal mettere nero su bianco, anche se di cartaccia alla fine si trattava), scopriamo che in un bel programma griffato partito socialista anni ‘70 (potrebbero essere più precisi molti intramontabili deputati di lungo corso) si delineava il riscatto della mobilità in Sicilia con una grande croce stradale denominata “Progetto 80”.
Si prevedeva di realizzare in un decennio, complice l’Anas, quattro arterie di supporto che, appunto negli anni ‘80, dovevano essere già percorribili per segnare il decollo dell’intera Sicilia.
Non era un piano pretenzioso, anzi il minimo cui la Regione avrebbe dovuto dar seguito per parlare seriamente di prospettive di crescita. Ne sarebbero bastate un paio e non saremmo allo stremo.
Questi i quattro progetti:
Giardini-Castroreale, per avvicinare l’area industriale e Raffineria di Milazzo con quella di Augusta; la Nord-Sud tra Santo Stefano Camastra e Gela; la Est-Ovest da Resuttano a Corleone, Salemi e Trapani; infine la Siracusa-Gela.
La prima, cioé la Giardini- Castroreale, oggi sarebbe stato un ripiego vitale dopo il collasso del viadotto Himera: un primo tratto esiste, arriva fino a Novara Sicilia. E si ferma. La Provincia di Messina con le varie amministrazioni succedutesi ha trovato di meglio su cui impuntarsi, preferendo inseguire il ponte dei sogni. Quindi una burla, in tempi di vacche grasse, cui sopraggiunti i tagli e la smobilitazione con i commissari è seguito il de profundis.
La coeva S. Stefano-Gela attende ancora di essere completata: un ultimo lotto che non arriva mai. Idem per l’autostrada Siracusa-Gela di competenza del Cas. Non sappiamo di più della Resuttano-Salemi-Trapani.
Di quel poker stradale disegnato da Giacomo Mancini, dominus dei Lavori pubblici quando esisteva la Cassa per il Mezzogiorno e, negli anni a seguire con Messina protagonista della scena politica nazionale tanto da esprimere due ministri Dc-Psi, quattro sottosegretari, alcuni assessori regionali e una pattuglia di parlamentari a Palermo e Roma, cosa ne è stato? A oltre 40 anni, neppure una è compiuta.
C’è da stupirsi allora del ritardo di mezzo secolo che quest’ Isola sconta su tutti i fronti? Dai Trasporti, lo ripetiamo, discende qualsiasi ipotesi di sviluppo ma la Sicilia è azzoppata: Palermo-Catania interrotta; Messina-Palermo malconcia e a tratti pericolosa; trasporti ferroviari neppure considerati (non per un fatto culturale, come sostiene l’ assessore Pizzo, semplicemente perché inesistenti o inadeguati). Insomma c’è solo da imprecare e, mettendosi al volante... da pregare.
A protestare martedì saranno numerosi sindaci nei pressi del viadotto Himera, luogo dal quale è ben visibile il cedimento dei due piloni dell’autostrada. La manifestazione organizzata dall’Anci regionale, vedrà la partecipazione soprattutto degli amministratori madoniti, anche se i messinesi non dovrebbero essere disinteressati.
Si annuncia poi un massiccio contenzioso legale da parte dell’Anci, determinata a costituirsi parte civile in eventuali processi, e di alcune associazioni di utenti pronte alla class action. La vicenda si ingarbuglia perché pure l’Anas si definisce parte lesa!
Alla fine la responsabilità sarà di “tanti e nessuno”. Ma il conto... lo riceveremo noi in bollette direttamente a casa: con posta aerea. Per fare prima o perché non c’è più altro mezzo?
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