Si pensa ad "un'operazione militare" per colpire i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo, così Natasha Bertaud, uno dei portavoce della Commissione Ue.
Secondo quanto spiegano fonti europee, si sta ragionando su un'operazione mista militare-civile, diretta alla distruzione dei barconi usati dai trafficanti di esseri umani, in acque internazionali. Ma le discussioni con gli Stati membri sono in corso, evidenziano. Recenti episodi in cui gli scafisti non hanno esitato a sparare per recuperare i mezzi, al termine dei salvataggi dei migranti, dimostrano quanto sia importante per loro recuperare i barconi, si sottolinea.
Dal racconto dei sopravvissuti all'ecatombe avvenuta due giorni fa nel canale di Sicilia emergono sempre più dettagli su quanto accaduto. Lo scafista - raccontano i superstiti - forse nel tentativo di nascondersi avrebbe condotto il barcone contro una nave mercantile portoghese, la King Jacobs che era arrivata nelle vicinanze per prestare soccorso. Una versione confermata anche dai pm di Catania secondo i quali il naufragio sarebbe dovuto a due cause: lo spostamento dei migranti sull'imbarcazione, che era sovraffollata, e l'errata manovra dello scafista che l'ha portata a collidere con il mercantile King Jacobs.
Secondo i pm "non è stato ancora possibile accertare il numero dei morti" nel naufragio in Libia, perché i superstiti riferiscono di cifre comprese tra i 400 e 950 passeggeri, ma "secondo alcuni sopravvissuti sentiti su nave Gregoretti e un report del mercantile portoghese si stima che a bordo del barcone ci fossero circa 850 migranti".