A marzo le attivazioni dei nuovi contratti di lavoro nel complesso, ad eccezione del lavoro domestico e della PA, sono state 641.572 a fronte di 549.273 cessazioni. Il saldo attivo è di oltre 92.000 unità. Sono i dati delle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro. Il 6 marzo è entrato in vigore il contratto a tutele crescenti.
I contratti a tempo indeterminato attivati sono stati 162.498 (quasi 54.000 in più su marzo 2014) a fronte di 131.128 contratti cessati. I rapporti di lavoro a tempo indeterminato quindi, quelli per i quali è prevista la decontribuzione triennale dalla legge di stabilità hanno avuto un saldo attivo di oltre 31.000 unità. A marzo 2014 mentre il saldo complessivo di tutte le tipologie contrattuali era stato positivo per oltre 61.000 unità (620.032 attivazioni a fronte di 558.366 cessazioni) era stato invece negativo per i contratti a tempo indeterminato (36.000 in meno con 144.839 cessazioni a fronte di 108.647 attivazioni). I dati, che sono al netto del lavoro domestico e della pubblica amministrazione, precisa il ministero, sono da considerarsi provvisori.
Boom posti fissi (+49%), giù precari - A marzo le assunzioni a tempo indeterminato sono state 162.498 con un aumento del 49,5% rispetto alle 108.647 di marzo 2014. Grazie alla decontribuzione (ma nel mese sono anche entrate in vigore nel mese delle regole sul contratto a tutele crescenti) le assunzioni 'fisse' sono state il 25,3% del totale delle attivazioni a fronte del 17,5% di un anno prima. Scendono invece sia le attivazioni a tempo determinato (da 395.000 a 381.234), i contratti di apprendistato (da 21.037 a 16.844) e le collaborazioni (da 48.491 a 36.460). (ANSA)
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