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Scuola, sciopero
contro la riforma

Il popolo della scuola, studenti compresi, sciopera e scende in piazza contro la riforma di Renzi, ma Governo e maggioranza, se da una parte ribadiscono la bontà del disegno di legge e l'intenzione di andare avanti, dall'altra non rinunciano a lasciare una porta aperta al dialogo, viste anche le modifiche apportate al ddl in Commissione alla Camera. "Non c'è un 'prendere o lasciare' - ha detto in serata il ministro Maria Elena Boschi -. Se ci sono modifiche da fare, le faremo. Non c'è chiusura totale".

Blitz notturno studenti davanti al Miur - Blitz notturno degli studenti di Università e scuole aderenti a Udu e Rete degli Studenti davanti al Ministero dell'Università e la Ricerca, alla vigilia dello sciopero di oggi di tutto il comparto scuola. Alcuni giovani hanno esposto uno striscione davanti alla sede del ministero, in Viale Trastevere a Roma, con la scritta "Vogliamo una scuola buona davvero", inscenando un flash mob le cui immagini sono state poi caricate su Youtube. L' Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti medi hanno voluto così, si afferma in una nota, "dire no ai provvedimenti sulla Buona Scuola" e "ribadire la nostra totale contrarietà ai metodi che sono stati utilizzati da parte del Governo nella costruzione di questa riforma, gli stessi metodi che vorrebbero propinarci con la Buona Università". "Il percorso sulla Buona Scuola, come rischia di essere quello prefigurato sulla Buona Università, si è rivelato un processo esclusivo e decisionista - sostiene Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell'Unione degli Universitari - in cui l'ascolto degli studenti, degli insegnanti, dei genitori è stata solo una finta facciata". "Oggi siamo in piazza contro la Buona Scuola, accanto alle lavoratrici e ai lavoratori in questo sciopero generale - ha aggiunto Alberto Irone, portavoce della Rete degli studenti medi - perché tutto il mondo della scuola si deve unire contro le politiche di un Governo che, con il ddl Buona Scuola, trasformerà la scuola italiana in un luogo autoritario e aumenterà le diseguaglianze". "Le nostre Scuole e le nostre Università non sono in vendita - ha concluso -: quella di oggi sarà solo la prima di tante mobilitazioni perché senza studenti non ci può essere né Buona Scuola né Buona Università".

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